AMNESTY SULL’ARRESTO DEI VOLONTARI DI EMERGENCY

COMUNICATO STAMPA 
CS38-2010

LA POSIZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL’ARRESTO E LA DETENZIONE DI NOVE
OPERATORI DI EMERGENCY IN AFGHANISTAN

Amnesty International chiede al governo di Kabul di rispettare gli
obblighi nazionali e internazionali in tema di amministrazione della
giustizia e garantire i diritti relativi al giusto processo ai nove
operatori di Emergency (sei afgani e tre italiani) attualmente detenuti in
Afghanistan.

Le autorita’ afgane devono rendere note ai detenuti le ragioni
dell’arresto e ogni eventuale accusa nei loro confronti; devono farli
comparire prontamente di fronte a un tribunale competente, anche per
consentire loro di contestare la legittimita’ della detenzione; devono
sottoporli a un’incriminazione fondata oppure rilasciarli. Nel caso in cui
i detenuti siano incriminati, dev’essere garantito loro un processo equo
dinanzi a un tribunale indipendente e imparziale, come stabilito dall’art.
14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che
l’Afghanistan ha ratificato nel 1983.

Amnesty International e’ preoccupata per le notizie secondo cui,
nonostante Emergency abbia nominato degli avvocati per assistere i
detenuti, questi ultimi non siano stati in grado di incontrarli. Le
autorita’ afgane devono rispettare il diritto alla difesa, come formulato
dalla Costituzione del paese e dal gia’ citato Patto internazionale;
devono, inoltre, consentire con urgenza al Comitato internazionale della
Croce rossa e alla Commissione indipendente afgana per i diritti umani di
incontrare i detenuti.

Le autorita’ afgane devono anche permettere contatti regolari tra i
detenuti e le loro famiglie, i difensori e i colleghi di lavoro nonche’,
se necessario, l’accesso a cure mediche. Emergency ha criticato il fatto
che dall’arresto dei nove operatori, questi non hanno potuto avere
contatti con l’organizzazione. Ne’ le autorita’ afgane ne’ le forze
internazionali presenti in Afghanistan hanno spiegato a Emergency le
ragioni dell’arresto e della detenzione dei nove operatori.

Amnesty International e’ inoltre preoccupata per le notizie secondo cui
alcuni degli operatori di Emergency si troverebbero in un centro di
detenzione della provincia di Helmand, diretto dalla Direzione nazionale
per la sicurezza (Nds), i servizi d’intelligence afgani. La tortura e i
maltrattamenti si verificano con frequenza nelle strutture dell’Nds. La
stessa Amnesty International e altre fonti hanno segnalato casi di persone
detenute arbitrariamente in tali centri, spesso sottoposti a torture e
maltrattamenti da parte del personale dell’Nds per estorcere informazioni,
confessioni o denaro in cambio della liberta’.

Amnesty International chiede alle autorita’ afgane di garantire che i
detenuti siano trattati umanamente e non siano sottoposti a torture o
altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

Amnesty International e’ rammaricata per il fatto che dall’irruzione del
10 aprile, Emergency non puo’ piu’ dirigere la struttura ospedaliera.
L’ospedale di Emergency a Helmand e’ uno dei pochi centri che forniscono
cure mediche nella zona ed e’ dunque fondamentale che continui a operare.
Il governo afgano deve garantire la continuita’ dell’assistenza medica di
emergenza ai malati e ai feriti.

Amnesty International ha sempre condannato qualsiasi attacco deliberato
contro i civili e ogni attacco indiscriminato compiuto mediante esplosivo
o kamikaze, in autobus, ristoranti, stazioni ferroviarie o facendo
crollare edifici uccidendovi migliaia di persone. Amnesty International
sta dalla parte delle vittime del terrorismo e chiede che ricevano
giustizia e risarcimenti. Gli attacchi deliberati contro i civili e quelli
indiscriminati costituiscono gravi violazioni dei diritti umani e crimini
di diritto internazionale, contrari ai principi fondamentali di umanita’.
Amnesty International condanna queste atrocita’ e chiede che chi le ha
commesse venga incriminato, processato e, se colpevole, punito. Queste
procedure, in ogni caso, devono seguire gli standard internazionali sui
diritti umani: questo significa che nessuna persona sospettata di essere
coinvolta in attacchi del genere puo’ essere sottoposta a detenzione
arbitraria, imprigionata in carceri segrete, torturata o tenuta in
detenzione a tempo indeterminato. I governi hanno il dovere di garantire
che chi pianifica e commette atrocita’ del genere sia sottoposto alla
giustizia seguendo una procedura equa.

FINE DEL COMUNICATO 
Roma, 15 aprile 2010

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AMNESTY SULL’ARRESTO DEI VOLONTARI DI EMERGENCYultima modifica: 2010-04-15T21:55:48+02:00da paoloteruzzi
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