Sul continente africano puntano gli occhi del mondo. Dopo i primi esiti delle manifestazioni e degli scontri avvenuti in Tunisia ed Egitto, le rivoluzioni popolari che squassano il Medio Oriente sono ora alimentate dalla speranza che un cambiamento è possibile, anche se è difficile prevederne gli sviluppi. Un mutamento socio-politico così profondo, per la forza e l’intensità delle proteste e per il coinvolgimento in massa dei social network, è destabilizzante per tutti i regimi al potere. Non si deve dimenticare, però, che un’attenzione mediatica circoscritta può impedire una comprensione più ampia del momento storico che stiamo vivendo. E allora questa settimana parliamo della crisi politica in corso in Gabon, della partecipazione degli attivisti di tutto il mondo al World Social Forum 2011, in Senegal, e dei diritti negati in Uganda.
Giovedì 10 febbraio, la crisi politica in Gabon ha raggiunto un nuovo culmine, mentre la protesta si è estesa anche agli studenti, che hanno manifestato davanti all’Università Omar Bongo, nella capitale Libreville. Infatti, mentre nei giorni precedenti le proteste avevano coinvolto soprattutto i membri dell’opposizione politica, ora il malcontento sembra che stia sfociando in un più ampio conflitto sociale.
In Gabon è in atto una rivolta popolare contro il presidente Ali Bongo Ondimba, figlio di Omar Bongo, presidente autocratico che è stato al potere per oltre quarant’anni, prima di lui. Gli scontri si sono fatti sempre più violenti, ma in Gabon le proteste non sono riuscite ad attirare l’attenzione dei media internazionali. Le opinioni di Ethan Zuckerman, uno dei fondatori di Global Voices.
Tanti gli attivisti e militanti venuti da tutto il mondo per la nuova edizione del World Social Forum, per ribadire che un altro mondo è possibile. Tanto l’entusiasmo e la partecipazione, oltre a qualche critica all’organizzazione dell’evento. Commenti, rilanci e materiali in presa diretta abbondano sui social media.
Il noto attivista ugandese per i diritti degli omosessuali David Kato è stato trovato assassinato nella sua casa. I blogger mettono in relazione all’omicidio la recente pubblicazione da parte della rivista locale Rolling Stone (oggi chiusa) di una lista di 100 omosessuali ugandesi tra cui Kato, comprensiva di indirizzi e fotografie, per i quali si suggeriva l’impiccagione.
All’alba del 17 febbraio, le forze di polizia del Bahrain hanno attaccato con violenza i manifestanti che dal 14 si erano radunati in piazza a Manama. Questi i primi resoconti in diretta da twitter.
Per allargare ulteriormente la visuale sull’attualità africana, VociGlobali.it propone due articoli: il primo è di Davide Galati, presidente dell’associazione “Voci Globali”, che intervista Roberto Malini, fondatore dell’Ong “Everyone Group”, per parlare dell’illegittimo respingimento dei profughi e discutere la futura politica europea in merito; il secondo è di Fulvio Beltrami, che si occupa di cooperazione ed emergenza in Asia e Africa e qui vive da dieci anni, che spiega come Pechino intende approfittare dell’attuale crisi mediorientale per portare l’Africa sotto la sua influenza, economica e politica.
I rilanci esterni di questa settimana provengono dal sito di PeaceReporter, per fare il punto sulla mancata reazione del Governo italiano agli atti di brutale violenza che in Libia stanno facendo decine di morti, e per fare i “dovuti distinguo” tra le diverse situazioni dei Paesi in rivolta in Medio Oriente.
Grazie dell’attenzione e alla prossima settimana!
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