La saga di Viktor Bout. Ultimo atto?


– Basta Guerre – Africa –

Il mercante della morte Viktor Bout, arrestato in Thailandia nel 2008 e’ stato estradato negli Stati Uniti per rispondere dell’accusa di terrorismo.

La saga di Viktor Bout e’ strettamente legata alle tragedie africane degli ultimi venti anni, visto che e’ stato il principale fornitore di armi in tutti i piu’ sanguinari e devastanti conflitti africani a iniziare dal genocidio in Ruanda del 1994.

Una vera condanna di questo criminale contro l’umanita’ renderebbe giustizia alle centinaia di miglia di vittime uccise con le armi che ha venduto.

Fulvio Beltrami.


Vikotr Bout estradato negli Stati Uniti.

16 novembre 2010. Sulla pista di Don Muang, l’anziano aereporto internazionale di Bangkok, un aereo americano attende un prigioniero illustre: il mercante della morte Viktor Bout. Gli Stati Uniti hanno ottenuto dalle autorita’ Thailandesi l’approvazione alla loro richiesta di estradizione per processarlo con l’accusa di terrorismo. Rischia una condanna all’ergastolo.

Quatrante tre anni, ex militare dell’Unione Sovietica trasformatosi nel piu’ importante e controverso mercante internazionale d’armi a capo di un impero economico con sede negli Emirati Arabi, Viktor Bout ha fornito armamenti sottratti dagli arsenali dell’armata rossa a vari paesi asiatici (tra cui l’Afghanistan), Sud Americani e Africani (Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Liberia, Ruanda e Sudan).

Bout fu arrestato nel 2008 in un hotel della capitale Thailandese durante una trattativa di armi con dei ribelli colombiani della FARC. Immediatamente inzio’ il processo voluto dalle autorita’ Thailandesi.

In realta’ i clienti erano degli agenti americani sotto copertura della DEA (Drug Enforcement Agency) che avevano contattato il mercante della morte facendosi passare per ribelli della FARC desiderosi di acquistare un’importante stock di missili terra aria.
Viktor Bout avebbe accettato l’offerta dichiarando che gli Stati Uniti erano anche il suo memico. Da qui l’accusa americana di terrorismo e di cospirazione mirata a uccidere dei cittadini americani.

L’accusa di terrorismo sembra forzata anche in considerazione che Viktor Bout ha collaborato con gli Stati Uniti per la consegna di armi in vari paesi a fazioni ribelli filo americane come fu il caso in Sierra Leone e in Liberia.

Nell’attuale logica giuridica americana l’accusa di terrorismo e’ l’espediente piu’ rapido per coprire scenari estremamente complicati e dossier neri.

In realta’ per gli Stati Uniti, Viktor Bout e’ un super informatore. Conosce i conti bancari e i capi di varie milizie ribelli etichettate come forze terroristiche poiche’ sono in contrasto con la politica internazionale e gli interessi interni degli Stati Uniti.
Washington intende anche utilizzarlo per discreditare la Russia sul mercato internazionale delle armi, dimostrando che l’ex paese sovietico, attraverso intermediari come Bout, non disdegna di fornire ingenti stock d’armi a vari gruppi terroristici pur di aumentare il fatturato annuale.

In effetti Bout conosce tutti i nomi dei responsabili russi implicati  nel commercio internazionale di armi e potrebbe fornire prove schiaccianti sul vice Primo Ministro russo Igor Setchine, un prossimo di Vladimir Poutine.

Alla fine degli anni ’80 Bout ha intrappreso attivita’ commerciali in Mozambico nello stesso periodo che Setchine (all’epoca traduttore per l’ambasciata russa a Maputo). Secondo fonti riservate Bout avrebbe concluso in Mozambico importanti accordi di vendita d’armi per conto di Setchine e del governo russo.

La Russia e’ il secondo paese esportatore d’armi al mondo dopo gli Stati Uniti. Una concorrenza giudicata pericolosa da Washington nel contesto della guerra commerciale segreta tra gli Stati Uniti e la Russia.

Le rivelazioni di Bout dovrebberero servire come arma diplomatica e mediatica per indebolire l’attuale posizione economica russa nel settore e per far desistere Mosca su certe trattative commerciali in atto come la vendita di missili Bastion alla Siria, che il Pentagono considera come una minaccia diretta verso Israele.

La guerra fredda tra Stati Uniti e Russia sul caso Bout.

Dall’arresto di Viktor Bout in Thailandia Washington e Mosca hanno riesumato la guerra fredda per contendersi il mercante della morte.

Fin dall’inizio gli Stati Uniti hanno rivendicato l’estradizione di Bout per giudicarlo in territorio americano. Anche la Russia ha avanzato la stessa rivendicazione presso le autorita’ thailandesi, molto probabilmente per impedire importanti fughe di informazioni riservate.

Per due anni Americani e Russi hanno cercato di sedurre la Thailandia sul caso Bout. Washington avrebbe promesso importanti forniture gratuite d’armi all’esercito Thailandese, mentre Mosca avrebbe promesso un contratto decennale di forniture petrolifere alla Thailandia a prezzi iper scontati.

Il governo Thailandese per due anni ha condotto una diplomazia di equilibrio, desideroso di non inimicarsi l’alleato americano e nello stesso tempo rafforzare la collaborazione economica con la Russia.

Agli inizi di ottobre, durante il processo di Viktor Bout in Thailandia, alcune autorita’ thailandesi avevano sollevato ostacoli giuridici per la sua estradizione negli Stati Uniti ma il Primo Ministro Thailandese e’ stato constretto a cedere alle pressioni di Washington.

Questo processo e’ un esempio di estrema ingiustizia – ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo Serguei Levrov promettendo che il suo paese – continuera’ a sostenere Viktor Bout”.

Da canto suo il governo thailandese ha promesso a Mosca che fara’ il possibile per minimizzare l’impatto dell’affare Bout.

Ultimo atto della saga Bout?

Il processo che si terra’ negli Stati Uniti contro Viktor Bout sara’ l’ultimo atto della saga?

Conoscendo il personaggio sicuramente vi saranno altri colpi di scena. Viktor Bout ha dichiarato alla stampa thailandese che preferisce restare un eroe russo in prigione al posto di collaborare con gli americani.

Questi intenti patriottici potrebbero essere genuini come, al contrario, potrebbero essere utilizzati da questo mercante della morte senza scrupoli come un’arma di negoziazione per evitarsi l’ergastolo e trovare una via d’uscita personale in cambio delle preziose informazioni che detiene.

L’incosistenza degli ideali americani e’ evidente. Per ottenere l’estradizione del mercante della morte Washington fornira’ armi alla Thailandia…

Anche se Bout sara’ condannato all’ergastolo il sistema perverso di cui era solo un attore, continuera’ indisturbato.

Le milizie e i regimi dittatoriali africani continueranno a ricevere armi da altri attori che sostituiranno Viktor Bout, e i due leader mondiali della vendita di armamenti continueranno ad aumentare i loro profitti che provocano direttamente morte, distruzione, instabilita’ e genocidi nel Continente, addossando la responsabilita’ agli africani, reii di non voler superare i loro odi tribali…

Fulvio Beltrami.

27 novembre 2010.

Kampala, Uganda.

Si consiglia la lettura del precedente articolo dell’autore “Viktor Bout: il Mercante della Morte” pubblicato nel marzo 2008 su Fabionews (http://www.fabionews.info/View.php?id=3392) e su Comedonchisciotte (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4431)

Si consiglia anche la visione del film “Lord of War” (il signore della guerra) con Nicolas Cage nel ruolo di Viktor Bout.

 

 

La saga di Viktor Bout. Ultimo atto?ultima modifica: 2010-12-02T22:56:00+01:00da paoloteruzzi
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