Meeting di Comunione e Liberazione: là dove porta il cuore

 
Meeting di Comunione e Liberazione: là dove porta il cuore

pubblicata da INFORMARE CONTROINFORMANDO il giorno domenica 29 agosto 2010 alle ore 16.34

 La Chiesa non è “né di destra né di sinistra”, esordiva qualche giorno fa l’arcivescovo Agostino Marchetto. Ma la cronaca della più grande kermesse cattolica, il meeting di Comunione e liberazione appena conclusosi a Rimini, dice cose un po’ diverse da quelle dell’arcivescovo.

800 mila persone, un bilancio stimato di 8 milioni e 300 mila euro, contributi privati (la cosiddetta ‘finanza bianca’) ma anche comunali, regionali, statali. Tra questi, spiccano i 230 mila euro stanziati, non senza polemiche, dalla Regione Lombardia – anche se il meeting si è svolto in Emilia Romagna – e l’incasso derivante dagli stand allestiti per il ministero dei Beni culturali, delle Infrastrutture, delle Pari opportunità e per la presidenza del Consiglio dei ministri.

E sempre governativi sono gli ospiti politici, ad eccezione dell’unico invitato di peso dell’opposizione, Enrico Letta, che alla fine non ha potuto essere presente. Che poi il segretario del Pd Pierluigi Bersani abbia fatto un’apparizione ‘abusiva’ non fa proprio testo. Non era stato invitato.

Ma veniamo alla sostanza. “Sì alla famiglia, no alle coppie di fatto” è il monito del sindaco di Parma, che dal palco ha duramente criticato la Regione Emilia Romagna per l’equiparazione delle coppie di fatto con quelle sposate nell’accesso ai servizi regionali. Una tesi strenuamente sostenuta, che combinazione, anche da Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, che proprio pochi giorni fa aveva dichiarato “In questo Parlamento non c’è alcuna possibilità di approvare leggi sulle coppie di fatto etero o omosessuali. L’argomento più che chiuso è inesistente”.

E se il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, in un apprezzatissimo intervento, ha esaltato altri valori cardine della tradizione cattolica, come la sacralità della vita, il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha approfittato dell’occasione per lanciare l’ennesima stilettata alla pillola abortiva o, per dirla con lei, all’”aborto facile”: “La maternità non è una questione privata, perchè se lo fosse, dovremmo ammettere il diritto ad avere un figlio, e poi il diritto ad avere un figlio sano, un figlio esattamente nel momento in cui lo vogliamo”. Già, i figli sono un dono di dio. Regolarne la nascita sarebbe come ordinare a un parente un preciso regalo per il proprio compleanno. Sconveniente e irrispettoso.

Tra welfare e fratellanza, economia e valori religiosi discussi da porporati, ministri e imprenditori, non poteva mancare l’affondo a Famiglia Cristiana, rea di editoriali antigovernativi. A lanciare gli strali non è stata la nutrita schiera di Governo presente al meeting, ma monsignor Massimo Camisasca, storico di CL, il quale ha chiesto a gran voce che il settimanale diretto da don Sciortino non fosse più venduto sul sagrato delle Chiese. I ‘moralisti’, ossia tutti cattolici che criticano apertamente la condotta del premier, sono stati ben bacchettati anche dal patriarca di Venezia Angelo Scola: “Diventa allora necessario liberare la categoria della testimonianza dalla pesante ipoteca moralista che la opprime riducendola, per lo più, alla coerenza di un soggetto ultimamente autoreferenziale”. Cosa significhi l’altisonante monito non è di immediata comprensione; non ci resta che condividere la semplice analisi di Gad Lerner sull’edizione di ieri de La Repubblica: “Il percorso è chiaro: se la testimonianza si manifesta nell’osservanza religiosa, chi siamo noi per criticare i peccatori osservanti la pratica religiosa nella Chiesa?”. Insomma, due Pater noster e cinque Ave Maria e il peccato (quello presunto di premier e affiliati) non c’è più, un po’ come svaniscono le macchie sulla biancheria se usiamo uno dei detersivi più reclamizzati  in tv. E’ forse a causa di questa profonda osservanza religiosa che allo stesso premier, pluridivorziato e presunto ‘utilizzatore finale’ di servizi sessuali a pagamento, è stata somministrata la comunione lo scorso aprile?

In nome dell’amicizia dei popoli, l’annuale meeting di CL è diventato sempre più il punto di fusione tra imprenditoria, finanza e politica. Quelle i cui rappresentanti si battono il petto in Chiesa, naturalmente. La religiosità, girata come meglio conviene dai rappresentanti vaticani  di turno al solo scopo di mantenere e rinsaldare un privilegio temporale plurimillenario, diventa un mero collante, un condimento che favorisce e rinsalda un’amalgama di potere, un lubrificante che fa girare al meglio gli ingranaggi del connubio fede&politica in un’ottica che dovrebbe prescindere da entrambe.

Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”, recita lo slogan dell’edizione 2010 del meeting. Per capire quali siano queste “cose grandi”, è sufficiente leggere l’elenco degli illustri affiliati – politici, bancheri, imprenditori – di Comunione e Liberazione.  Il “cuore” che le desidera pulsa nella Regione Lombardia.

 

 

Clicca sul link per conoscere gli affiliati a CL.

http://www.cronachelaiche.it/le-%E2%80%9Cpagine-gialle%E2%80%9D-di-comunione-e-liberazione/

 

 

di

Cecilia M. Calamani

 

http://www.cronachelaiche.it/2010/08/meeting-di-comunione-e-liberazione-la-dove-porta-il-cuore/

 

 

ML.

Meeting di Comunione e Liberazione: là dove porta il cuoreultima modifica: 2010-08-29T16:49:29+02:00da paoloteruzzi
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