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410mila vivono in povertà assoluta

 
 
 

Povertà assoluta. Non c’è altro modo di definirla. E questa volta il fenomeno non riguarda qualche paese africano dilaniato da conflitti tribali o lontane città asiatiche colpite da un’alluvione. Ma il Mezzogiorno. Quello italiano. Da Roma in giù, dietro casa, la situazione è drammatica. Le cifre non lasciano dubbi, si tratta di un’emergenza tale da suggerire da tempo l’intervento di alcune Ong internazionali.

Sono infatti 410 mila i bambini e gli adolescenti che al sud vivono in condizioni di povertà assoluta. Sono 1.876.000 i minori che in Italia vivono in condizioni di povertà relativa; ben 354 mila si concentrano nella sola Campania. Sono questi alcuni dei dati più rilevanti presentati in occasione della conferenza ‘Crescere al Sud‘, la prima del suo genere sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno promossa da Save the Children e Fondazione Con il Sud, nell’ambito della manifestazione Con il Sud – Giovani e Comunità in rete, per i cinque anni della Fondazione.

I problemi nascono sin dai primissimi anni di vita: la frequenza negli asili nido al Sud è 4 volte inferiore rispetto alla media nazionale. In Campania e in Calabria, secondo quanto riferisce Save the Children, solo 2 bambini su 100 frequentano l’asilo nido. Forte al sud anche il tasso di dispersione scolastica: 3 ragazzi su 10 iscritti nei 5 anni precedenti che mancano all’appello del diploma.

«Sul fronte delle risorse – spiega la ong – il quadro è allarmante. Basti pensare che i fondi per gli interventi sociali trasferiti dallo Stato centrale alle regioni si sono ridotti tra il 2008 e il 2011 dell’85% (da 1.213,2 milioni a 178,5). La spesa in Italia per l’educazione nel 2008 l’Italia si e’ collocata al 29° posto su 34 paesi secondo le stime dell’Ocse, con il 4,8% del Pil contro una media del 6,1%. Negli ultimi cinque anni il Sevizio Civile nazionale ha visto ridursi di oltre il 60% i finanziamenti con il conseguente decremento del numero dei giovani in servizio, da 57.119 nel 2006 a 19.412 nel 2010».

«Le diseguaglianze nei diritti e nelle opportunità per i bambini hanno raggiunto al Sud un livello inaccettabile – ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia – e se guardiamo al loro futuro c’è da essere molto preoccupati se oggi 3 giovani su 10 non sono in alcun modo occupati tra i 15 e i 34 anni».

Per incoraggiare bambini e ragazzi deprivati a reagire, Save the Children ha realizzato un video con un gruppo di scrittori cresciuti al Sud: Andrea Camilleri, Roberto Saviano, Erri De Luca, Chiara Valerio, Gilda Policastro e Antonio Pascale. Nel video ognuno di loro racconta la sua storia personale di giovane meridionale che è riuscito a emergere. Le testimonianze, raccolte da Giovanni Piperno, riguardano diverse generazioni e portano un messaggio comune: «Ragazzi, ce la potete fare». Nonostante la crisi peggiori lo status di molti. «L’area della povertà relativa si è estesa – spiega Raffaella Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children -. Parliamo di persone che vivono in due con i soldi necessari per uno, e paradossalmente sono le meno assistite dal Welfare».

 
 
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Pochi volontari e donazioni sotto la media europea

 
 
 

In fondo alla classifica. E non solo in quella di indicatori economici. Ma anche in quelli del volontariato. E’ quello che emerge dall’analisi di più di 200 esperti di welfare riuniti al Politecnico di Milano per la quarta conferenza “Espanet. Innovare il welfare – Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa”.

Secondo questo studio la percentuale di persone che fanno volontariato in Italia per organizzazioni della società civile è del 5%, contro una media europea del 17%. L’Italia ha la stessa percentuale della Polonia ed è superata da tutti, anche da Grecia e Portogallo (6%).

Basso anche il tasso di italiani che donano per cause sociali (12%), meno della metà degli altri paesi d’Europa (25%) come bassa è la partecipazione attiva degli italiani ad associazione gruppi e comitati (22%) soprattutto se confrontato con paesi come la Gran Bretagna (49%) e la Germania (44%).

Secondo gli esperti intervenuti alla conferenza che ragioni della situazione sono da ricercare nel dominio dei partiti nella società, , nell’assenza di pluralismo religioso, nella propensione degli italiani ad aggregarsi in modo piu’ informale che formale, nella debolezza dello spirito civico in molte regioni del nostro paese. Un quadro non incoraggiante anche se secondi i relatori il volontariato è stato uno «strumento di politiche attive per l’occupazione, per l’occupatibilita’ dei giovani, che ha coinvolto fino ad oggi quasi 300mila persone (di cui il 68% donne). I tagli a questi progetti rappresentano un duro colpo in una fase in cui necessitiamo come l’ossigeno di politiche per lo sviluppo e l’occupazione giovanile. Nel 2006 il servizio civile volontario ha interessato oltre 57mila persone. I tagli del governo hanno quasi del tutto annullato la misura, che nel 2010 ha interessato soltanto 14.000 giovani: un abbattimento del 75%»

 
 
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L’agricoltura perde 40mila occupati

 
 
 

L’agricoltura perde 40mila occupati e fa registrare, con un -4,6 per cento, il calo più elevato nel numero di lavoratori, tra tutti i settori. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’occupazione, in riferimento ai dati Istat sugli occupati e disoccupati nel secondo trimestre 2011.

«La forte riduzione del numero degli occupati è il risultato – sottolinea la Coldiretti – della situazione di crisi di mercato che ha colpito alcune coltivazioni ad elevato impiego di manodopera come la frutta e la verdura, amplificata dagli effetti della ingiustificata psicosi determinata dal batterio killer in Germania». «A causa dei crollo dei consumi e delle esportazioni determinato dalla paura nei campi – precisa la Coldiretti – sono rimasti invenduti oltre cinquanta milioni di chili di ottime e sane verdure italiane. A determinare il calo dell’occupazione anche l’andamento stagionale primaverile sfavorevole con pioggia continua che ha ostacolato il normale svolgimento delle semine».

«La riduzione degli occupati nei campi – precisa – si è fatta sentire sia tra i lavoratori dipendenti (-5 per cento) che tra quelli indipendenti (-4,2 per cento) e ha colpito soprattutto il nord (-12,2 per cento) e il centro Italia (-8,6 per cento) mentre si è verificato un aumento al sud (+3,1 per cento)». «L’agricoltura – conclude la Coldiretti – resta comunque un’importante opportunità occupazionale per molti giovani che si stima in ben 250mila abbiano partecipato alle campagne di raccolta estiva per la frutta e la vendemmia».

 
 
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Al Festival della salute di Viareggio i bambini imparano a fare la spesa

 
 
 

È una spesa tutta speciale, quella che stanno imparando a fare i bambini al Festival della Salute di Viareggio. Si chiama “Mister Bone” ( che in inglese vuol dire “signor osso”) ed è un progetto dedicato ai bambini della scuola primaria, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, pensato per educarli a prendersi cura della salute delle loro ossa sin da piccoli. Come funziona? Il Festival della Salute ospita uno stand (il numero 44), allestito come fosse un supermercato, con tanto di carrelli per metterci la spesa.

I bambini (in tutto 400 quelli che prenderanno parte all’iniziativa) sono chiamati a fare la spesa, scegliendo i prodotti migliori per le loro ossa. A ogni alimento acquistato viene dato un punteggio in base alla sua efficacia sul sistema osseo, e, alla fine, come fosse un torneo, vince chi ha collezionato più punti e privilegiato prodotti, come quelli contenenti calcio e vitamina D, migliori per le ossa.

«Mister Bone è un progetto nato a Firenze e già sperimentato con successo con 300 studenti», spiega la dottoressa Maria Luisa Brandi, presidente di Firmo e direttore dell’Unità operativa di malattie del metabolismo minerale e osseo dell’ospedale di Careggi di Firenze, «La nostra speranza è che adesso si possa replicare nelle scuole anche con nuove edizioni».

 
 
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Architetti e ingegneri col bollino etico

 
 
 

Un modello comportamentale ispirato ai principi di eticità, correttezza, trasparenza e legalità, che imoegtna chi vi aderisce a contrastare fenomeni di infiltrazione/radicamento delle organizzazioni criminose. È questa in sintesi la Carta Etica della Siais, la Società Italiana dell’Architettura e dell’Ingegneria per la Sanità,i cui membri sono riuniti a convegno a Napoli. Alla presentazione dell’iniziativa è intervenuto anche don Luigi Ciotti, presidente di Libera, la rete di associazioni contro le mafie cui la Siais aderirà a partire dal prossimo anno.

«L’Italia vive un coma etico preoccupante in questo momento», ha detto don Ciotti. «L’etica deve essere scritta prima di tutto nelle nostre coscienze, tradotta in parole e gesti coerenti, potersi leggere nei nostri comportamenti. La prima dimensione etica è quella che parte dentro ciascuno di noi. Etica delle responsabilità significa non fermarsi alle buone intenzioni, ai principi, ma trasformare le parole in fatti, le speranze in progetti”. La nuova Carta – informano i promotori – è strumento attraverso il quale i professionisti che aderiscono all’Associazione si impegnano ad improntare il proprio agire quotidiano al rispetto dei principi di correttezza, buona fede, trasparenza, fedeltà e lealtà, nei confronti sia dei colleghi, sia dei terzi con cui viene in rapporto.

Il presidente Nazionale del Siais commenta: “Il nostro impegno – afferma Daniela Pedrini, – è quello di rispettare e seguire gli indirizzi del documento approvato con trasparenza e, in particolare, di rispettare i modelli di comportamento ispirati all’autonomia, integrità, eticità e a sviluppare azioni coerenti ai principi della Carta Etica”. In occasione del suo 4° Congresso Nazionale in corso a Napoli, l’Assemblea dei Soci Siais ha approvato un documento in forza del quale tutti gli iscritti dovranno essere compartecipi e coinvolti nel perseguimento degli obiettivi della Carta Etica e nel rispetto delle relative modalità, in quanto ogni singolo comportamento non eticamente corretto, non solo provoca negative conseguenze in ambito associativo, ma danneggia l’immagine dell’intera categoria “professionista in sanità” sia presso la pubblica opinione, sia presso il legislatore e la Pubblica Amministrazione.

L’articolo 1 della Carta Etica riassume gli scopi dell’iniziativa intrapresa da Siais: “Ciascun socio  Il socio prende atto che la Siais riconosce fra i valori fondanti della professione intellettuale il rifiuto di ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare qualsiasi forma di controllo e vessazione. Il socio adotta quale modello comportamentale la non sottomissione a qualunque forma di estorsione, usura o ad altre tipologie di reato poste in essere da organizzazioni dedite alla delinquenza organizzata».

 
 
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I commercialisti al fianco del non profit

 
 
 

Gratuito e permanente. Lo sportello dell’Ordine dei commercialisti per gli enti no profit riparte il 4 ottobre. E accompagnerà chi si occupa di terzo settore per tutti i primi martedì del mese dalle 14.30 alle 18.30.

Un’iniziativa con cui l’Ordine ha deciso di celebrare il 2011, anno Internazionale del Volontariato. Tre professionisti che forniranno un servizio di informazione e di orientamento per quanto riguarda la contabilità, le pratiche amministrative e aiuteranno i responsabili di enti no profit a conoscere i nuovi provvedimenti che potrebbero avere conseguenze sulle loro attività, oltre ad accompagnarli nella redazione e nella preparazione del bilancio.

 
 
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Pisapia: «“Condividere il cuore” un’iniziativa di grande valore»

 
 
 

«Il ciclo di convegni dell’iniziativa “Condividere il cuore” è un regalo bellissimo alla per Milano. La realtà di Cgm è capillare e conosciuta raggiungendo 700mila famiglie in Italia e 65mila cittadini milanesi, ed è per questo che sono orgoglioso di concedere il patrocinio. L’attività finalizzata a una prospettiva di coesione sociale e solidarietà in un momento in cui le istituzioni pubbliche, locali e nazionali, si trovano in difficoltà, è un grande valore per il territorio».

Lo ha affermato il Sindaco Giuliano Pisapia a Palazzo Marino alla presentazione di ‘Condividere il cuore’, la prima kermesse dell’impresa sociale organizzata dal Gruppo Cooperativo Cgm e cofinanziata da Fondazione Cariplo, che si svolge a Milano dal 3 al 9 ottobre in diverse zone della città con oltre 60 appuntamenti.

«Sono anche orgoglioso», ha aggiunto il Sindaco Pisapia, «che nel realizzare il programma dell’iniziativa mi abbiate ‘scippato’ metà giunta. La mia presenza oggi, quindi, è un grazie di cuore per quello che state dando alla nostra città e per il lavoro che svolgete ogni giorno, perché come avete scritto: “Il sociale non è un’impresa da poco”».

«Questa iniziativa è molto preziosa – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, anche lui presente alla conferenza stampa -perché mostra la straordinaria potenzialità, già in parte all’opera, di ciò che può produrre un incrocio virtuoso tra pubblico e privato no profit. Insieme alle imprese del sociale, come Cgm, il cui claim – persone, comunità, servizi – sarebbe perfetto anche per definire l’assessorato al Welfare. La nostra Amministrazione è infatti impegnata a definire gli obiettivi e i temi comuni che vanno a costruire una missione

condivisa che possa rispondere alle esigenze della cittadinanza».

 
 
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Musumeci: «Aiutare i giovani a uscire dal disagio sociale»

 
 
 

“Aiutare i giovani ad uscire dal disagio sociale e trasformare le idee in progetti e i progetti  in piccole imprese, soprattutto, nelle aree deboli del Sud”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Nello Musumeci a margine dell’incontro avuto stamane a Roma con i vertici del Microcredito, il presidente on. Mario Baccini e il segretario generale  Riccardo Maria Graziano,  e con il consigliere giuridico del ministero Francesco Verbaro.

“La migliore risposta ai dati sconfortanti diffusi dal rapporto Svimez sul Mezzogiorno d’Italia – ha affermato Musumeci – consiste nel promuovere l’autoimprenditorialità come strumento per superare la crisi passando alla fase operativa e con il pieno coinvolgimento degli enti locali”. In tal senso il sottosegretario Musumeci e il presidente del microcredito hanno concordato già dalla prossima settimana un incontro tecnico per definire le linee di intervento.

 
 
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A Ramallah si festeggia l’Oktoberfest

 
 
 

Non ha uno stato, non ha la pace, non ha molte occasioni per festeggiare, ma l’1 e il 2 ottobre Ramallah, principale città della Cisgiordania, avrà la sua Oktoberfest. A organizzarla è il birrifico Taybeh, il primo di tutti i Territori palestinesi. Gestita da una famiglia di cristiani nell’omonima municipalità, la piccola azienda invita, con una locandina affissa su alcuni muri e fatta circolare sul web, a «sostenere la produzione locale». Sullo sfondo del manifesto, dietro un’invitante bottiglia di birra, le rovine di una chiesa ortodossa locale e una lanterna della pace a forma di colomba.

La piccola azienda deve affrontare non poche sfide per sopravvivere. Gran parte dei palestinesi, di fede islamica, non beve la birra e la vendita fuori dalla Cisgiordania è piuttosto difficile. Ha deciso quindi di puntare sulla qualità.

«Taybeh e’ una birra non pastorizzata senza additivi né conservanti», si legge sul sito dell’azienda, che spiega inoltre come, la produzione in quantità limitate, garantisca all’acquirente la possibilità di bere le bevanda poche ore dopo il suo imbottigliamento.

La Oktoberfest, gode di diverse sponsorizzazioni. Oltre a quella, immancabile, della rappresentanza tedesca a Ramallah, anche quelle delle sedi diplomatiche di Italia, Brasile e Stati Uniti, delle agenzie per la cooperazione di vari paesi e della Caritas. Arrivata alla sua sesta edizione, la festa importata dalla Germania sarà l’occasione per promuovere non solo la birra locale, ma anche tutti i prodotti del territorio, dall’olio all’artigianato. Il nome della località, Taybeh, dovrebbe essere una garanzia. Tradotto dall’arabo vuol dire “buono”.

 
 
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A Milano il Nastro Rosa illumina Montenapoleone

 
 
 

Alla vigilia del mese in rosa, il mese dedicato dalla Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori) alla prevenzione del tumore al seno e che ha in un nastro rosa il suo simbolo, a Palazzo Marino – sede del Comune di Milano –  è stata presentata la Campagna Nastro Rosa che vede la collaborazione con Estée Lauder Companies. A conclusione dell’incontro, inoltre, è stato conferito il premio allo studio Nastro Rosa Estée Lauder a Elisa Cattaneo, giovane ricercatrice dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano 
La Sezione di Milano della Lilt ha organizzato una serie di iniziative, dedicate alle donne milanesi, che avranno la possibilità di informarsi, confrontarsi, sottoporsi a controlli specifici gratuiti e anche sostenere la Campagna attraverso momenti di svago tra shopping e cultura.

«L’appuntamento di oggi», afferma Franca Fossati-Bellani, presidente della Sezione di Milano della Lilt, «sottolinea come la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce debbano diventare parte integrante dello stile di vita di ogni donna. La nostra Associazione è ormai da anni in prima linea nell’attività capillare di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle donne e del loro benessere sia attraverso i 18 Spazi Prevenzione, presenti sul territorio di Milano e provincia, sia con specifiche campagne, come la Campagna Nastro Rosa, che è appunto l’occasione per la quale oggi siamo qui. È un piacere constatare in questa sede come questa campagna continui ad essere un catalizzatore di iniziative, con partner “vecchi” e nuovi che, da mondi diversi, vogliono essere al nostro fianco in questa battaglia. Un’ulteriore testimonianza per noi dell’efficacia del nostro impegno. Ma l’appello che mi preme lanciare a tutte le donne è che oggi si può guarire a patto che la malattia venga diagnosticata nella sua fase iniziale».

Da parte sua l’assessore alle Politiche sociali e Servizi per la salute del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino ha ricordato: «Nella lotta contro il tumore al seno Milano ha due primati: è la città in cui le donne si ammalano di più (sono ben 1.300 ogni anno) ma, per fortuna, è anche quella in cui ci sono le migliori strutture mediche per la ricerca e la cura del tumore (più del 90% dei casi sopravvive a 3 anni dalla diagnosi). Su alcuni fattori scatenanti la malattia, come il fumo, la vita frenetica e stressante, la sedentarietà e una scorretta alimentazione ciascuno di noi può scegliere come agire per il proprio bene. Il Comune, in collaborazione con la Lega italiana per la lotta contro i tumori, intende sostenere, nei limiti delle sue possibilità e facoltà, ogni campagna e azione di prevenzione per sensibilizzare le cittadine milanesi, di ogni generazione e ceto sociale, su questo importante aspetto della loro salute. Ci auguriamo, come Amministrazione, di poter anche migliorare i ritmi della quotidianità dei nostri concittadini con delle politiche sociali che favoriscano una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per tutti, uomini e donne».

Nel segno del rosa sono tanti gli appuntamenti organizzati per celebrare la Campagna e ricordare che nella lotta ai tumori giocare d’anticipo è fondamentale. Si parte il 1° ottobre con una giornata di “shopping salutare e solidale” nella Via Montenapoleone vestita in rosa per l’occasione.  
«Sabato 1° ottobre Via Montenapoleone si tinge di rosa», spiega Guglielmo Miani, presidente dell’Associazione della Via Montenapoleone. «L’Associazione ha voluto una giornata di shopping dedicata al tema della salute e della prevenzione. Le boutique aderenti all’iniziativa doneranno infatti il 10% delle vendite a sostegno della Campagna Nastro Rosa che da anni promuove una battaglia importante: la prevenzione del tumore al seno».

Rosa è anche la luce che illuminerà il 7 ottobre Palazzo Marino e l’Unità Mobile, situata in piazza della Scala, allestita per offrire alla popolazione femminile la possibilità di effettuare una visita gratuita al seno.

«La composizione del nostro ambiente interno», dichiara Anna Villarinibiologa-nutrizionista Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, «può essere modificata dalla nostra alimentazione e dallo stile di vita che conduciamo. È possibile pensare che noi stessi possiamo fare molto per ridurre il rischio di ammalarci. Per quanto riguarda il tumore della mammella molti studi hanno dimostrato una stretta correlazione con l’alimentazione. Quindi, la prevenzione deve partire dalla tavola con un consumo limitato di alimenti ad alta densità calorica e ad alto indice glicemico, il consumo di carni rosse, di bevande zuccherate e di bevande alcoliche. In altre parole, imparare a mangiare bene. E per poter gestire la propria alimentazione in maniera adeguata è fondamentale imparare a far bene la spesa».

«Il tumore al seno ereditario costituisce meno del 10% di tutti i tumori mammari», afferma Siranoush Manoukian, responsabile del Servizio di Genetica Medica UO Medicina Predittiva Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. «È però importante identificare le donne ad alto rischio genetico per offrire loro tutte le strategie preventive oggi disponibili. Considerando che la peculiarità della genetica, rispetto alle altre branche della medicina, sta nel fatto che per definizione considera tutta la famiglia e non il singolo individuo, ogni progresso nella ricerca deve essere inserito in una pratica clinica che non deve dimenticare che ogni donna predisposta porta con se stessa la storia della propria famiglia. Il lavoro del medico genetista consiste in fondo nel fare in modo che storie di queste donne non abbiano un futuro già scritto. In questo senso la ricerca ha compiuto grandi progressi, ma ancora molto rimane da fare».

Tutti gli appuntamenti del Mese Rosa della Prevenzione qui

 
 
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Amnesty International: indagate sulle prigioni segrete

 
 
 

Riaprire le indagini sulle “extraordinary rendition” e sulle detenzioni segrete. Lo chiede alle autorità lituane Amnesty International presentando il rapporto “‘Aprire la porta alla verita’ in Lituania: occorre indagare adesso sulle prigioni segrete”. Un documento in cui vengono descritti i momenti successivi all’ammissione da parte del governo della Lituania di aver ospitato tra il 2002 e 2006 due centri segreti di detenzione e in cui si parla nel dettaglio della denuncia di Abu Zubaydah, adesso prigioniero a Guantanamo. L’uomo ha dichiarato di essere arrivato nel 2004 nel paese baltico dal Marocco con un aereo della Cia.

Nel 2009 la Lituania dopo un’inchiesta parlamentare è stato il primo paese ad ammettere che due prigioni segrete erano state allestite sul suo territorio e che suoi funzionari avevano collaborato coi servizi segreti Usa. Ma due anni dopo appellandosi alla necessita’ di proteggere segreti di stato, nel gennaio 2011 il procuratore generale del paese aveva chiuso le indagini senza rendere pubblica alcuna informazione in merito.

«Le autorita’ lituane non dovrebbero nascondersi dietro il paravento del ‘segreto di stato’ per impedire indagini adeguate su denunce di sparizione e tortura. Nessuno e’ stato chiamato a rispondere per aver aiutato gli Usa ad allestire questi centri segreti o per le violazioni dei diritti umani che possano esservi state commesse’ – ha affermato Julia Hall, esperta di Amnesty International su controterrorismo e diritti umani in Europa. ‘Occorre riaprire le indagini su queste operazioni e anche sulle attivita’ di funzionari Usa in Lituania, con l’obiettivo di accertare le responsabilita’ per le complicita’ in tutte le violazioni dei diritti umani».

 

news da vita onlineultima modifica: 2011-09-30T22:35:42+02:00da paoloteruzzi
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