PILLOLE DI SANA INDIGNAZIONE – di Paolo Farinella, prete

post pubblicato in Paolo Farinella prete, il 18 febbraio 2010


1.        Il 9 febbraio 2010 è ricorso il I anniversario della morte di Eluana Englaro. Ancora una volta lo sciacallo presidente del consiglio ha detto la sua e, come si dice  a Genova, l’ha fatta fuori dal bulacco. Ha scritto che è dispiaciuto di non averla potuto salvare. Le bugie hanno sempre le gambe corte: il padre Peppino gli scrisse nel 2004 e il presidente del consiglio deve ancora rispondere. Voglio ricordare questa ragazza che per 17 anni ha subito una via Crucis e un linciaggio a tutti i livelli insieme al padre, uomo straordinario, accusato da un cardinale di essere «assassino», che ha agito sempre secondo la Legge, ma in questo paese governato dal malaffare e dall’immoralità, il rispetto della legge è un crimine.

 NOTA PREVIA. SE DOVESSI SEGUIRE GLI SVILUPPI QUOTIDIANI DELL’APOCALISSE CHE TRAVOLGE L’ITALIA, NON NE USCIREI PIU’, VISTO CHE LA REALTA’ SUPERA OGNI FANTASIA ANCHE LA PIU’ ALLENATA.

 2.        Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, uomo perfido e cinico e Angelo Balducci, presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici sono «gentiluomini di sua santità». Il primo fresco di nomina dal 2008 a mani di Benedetto XVI e il secondo dal 1995 a mani di Giovanni Paolo II, in vista del Giubileo (altra mangiatoia magna-magna) che ricopre anche il ruolo di «consultore» del Ministero delle Missioni Vaticane (Propaganda Fide). Credo che in latino la formula sia «Viri honoris Suae Sanctitatis». Il collare di «gentiluomo« non è solo onorifico, ma immette nella «famiglia» del papa e quindi il nominato ha diritto di stare accanto al papa nei momenti ufficiali. Gianni Letta, amico personale di cardinali come Tarcisio Bertone, Giovanni Battista Re, Camillo Ruini e Achille Silvestrini, è onorato in Curia per lo stile riservato, la capacità di mediare intrallazzi e fugare equivoci tra le porcate di Berlusconi e la mistica papale.

 3.        Sei giorni dopo il terremoto di Abruzzo, su cui gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gianfranco Gagliardi, «ridevano» mentre la gente e gli universitari morivano atrocemente, L’altro «famiglio» del papa Angelo Balducci, pubblico ufficiale alle dirette dipendenze del consiglio dei ministri, si era mosso per inserire nei lavori post terremoto le imprese di Diego Anemone, corruttore doc. In cambio chiede un posto di lavoro per il figlio appena trentenne. Meritava il collare da cane e non quello papale di «gentiluomo». Vada Adesso il Bertone all’Aquila a spiegare con quali criteri scelgono i loro «famigli».

4.        Noi ci augureremmo che il papa scegliesse i suoi amici tra poveri, gli esclusi e nominasse «gentiluomini di sua santità» P. Carlo D’Antoni, parroco a Siracusa e i suoi collaboratori, agli arresti domiciliari per avere disobbedito alla legge emanata da Gianni Letta, uomo di punta e vero «deus ex machina» del disonorevole governo Berlusconi, responsabile della morte di decine di uomini e donne, affamati e assetati di giustizia, che hanno avuto la sventura d’incontrare sulla loro strada questi «uomini d’onore» come il magnaccia e paraninfo Gianni Letta che faceva la guardia alla camera da Letto (di Putin), mentre il suo capo intratteneva sulla politica estera le prostitute a pagamento.

5.        Per par condicio il papa dovrebbe nominare «gentildonna di sua santità» almeno la D’Addario e, se vuole fare buon peso, tutte le prostitute di Roma e di Sardegna che per lo meno sono limpide e trasparenti a confronto del buio pesto che emanano i «gentiluomini».

 6.        Perché non concedere una onorificenza a Guido Bertolaso che cura come «eventi straordinari» le uscite del papa, le sue vacanze e che ha sperperato 300 milioni alla Maddalena, rovinando anche l’ambiente e che nelle pause ricorre ai servigi rituali di «Francesca», nota massaggiatrice brasiliana riservata alle artrosi di Stato? Uno che è capace di scambiare donne da sesso con appalti e soldi pubblici, merita una onorificenza. Più di tutti però merita un monumento nei giardini Vaticani, Silviuccio Berlusconuccio, che è un modello di morigeratezza, di altruismo, di efficienza: egli è come Dio: sa tutto, vede tutto, controlla tutto. Non lo sapeva nemmeno Bertolaso che Francesca fosse una terapista, ma lui lo sapeva. Potenza dell’uomo del fare, previgente e onnisciente. Con uno così stiano sicuri i 17.000 aquilani ancora negli alberghi delle coste, tra una prostituta e l’altra, un appalto e una mazzetta, questi «gentiluomini di sua santità», qualcosa faranno, come hanno fatto la mega struttura, ancora vuota, dell’inutile e insulso g8.

 7.        Dal mese di aprile a dicembre 2009, Berlusconi ne ha fatte di cotte e di crude, era sulla stampa nazionale (poca) ed estera (tutta), ma il silenzio clericale della gerarchia  sedicente cattolica fu intenso, compatto e «istituzionale».

8.        Oggi, a scandalo ancora caldissimo, senza nemmeno aspettare un giorno, il vescovo dell’Aquila ha preso di colpo le difese d’ufficio di Bertolaso e delle sue scelte. Forse dal Vaticano non l’hanno informato in tempo che i «gentiluomini» vaticano corrompevano, fornicavano, ridevano sui morti e sulla tragedia del popolo del vescovo dell’Aquila che dovrebbe essere dimesso e mandato in Cirenaica  ai lavori forzati, lui che ancora oggi non abita nella sua diocesi, ma fuori la zona del terremoto. Altro che il capitano abbandona la nave per ultimo. Mons. Carlo Molinari, ha abbandonato il suo popolo per primo e si è messo al riparo e al sicuro.

9.        Milano via Padova, rastrellamento di immigrati su proposta della Lega e del partito dell’amore della Moratti. Mussolini e Hitler non possono dire di essere stati sterili: prolificano anche da morti e generano mostriciattoli ignobili che lo stesso loro capo deve sconfessare. Hanno seminato il vento del razzismo; hanno creato ghetti perché incapaci di affrontare i tempi di oggi; coloro che li hanno votato e li continuano a votare raccolgono la tempesta della violenza indotta. Dovremmo dire: «ben gli sta», ma non possiamo dirlo perché noi non Apparteniamo neanche lontanamente al partito della prostituzione del cervello che è anche gratis.

 10.    Il vostro presidente del consiglio l’11 febbraio 2010 ha ricevuto il primo ministro albanese, Sali Berisha, il quale aveva appena promesso che fino a quando durerà il governo Berlusconi, l’esecutivo albanese limiterà il più possibile gli sbarchi: ”Non voglio che gli albanesi muoiano, non voglio che i criminali arrivino in Italia”. Berlusconi, al suo solito, ha ironizzato ‘«per chi porta le belle ragazze possiamo fare un’eccezione». Non contento di essere volgare e offensivo nei confronti di tutte le donne, il malato mentale si è mostrato particolarmente galante nei confronti delle giornaliste albanesi presenti alla conferenza stampa. Al momento della foto, Berisha in puro stile servile albanese, dice: «Questa è la foto più bella della giornata»; ma l’utilizzatore finale ha risposto: «Beh, se ci fosse anche una di loro…», indicando le giornaliste sedute in prima fila. Il premier albanese non si fa pregare e accontenta il suo «amico Silvio» facendole avvicinare. Altra foto «più bella». Berlusconi, che deve avere sempre l’ultima parola, non regge e aggiunge: «Si sa che sono single…». Da uno così poteva venire un Bertolaso diverso? Si scelgono e si accoppiano per omeopatia. Donne albanesi, italiane, del mondo, non meritate un suburro così banale e orripilante. A voi tutta la mia solidarietà. Visto che era a Roma, per risparmiare su un viaggio, il Vaticano poteva fare anche Berisha «gentiluomo di sua santità», tanto ormai i porci abbondano che prendi due e paghi niente.

PILLOLE DI SANA INDIGNAZIONE – di Paolo Farinella, preteultima modifica: 2010-02-22T00:28:00+01:00da paoloteruzzi
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