L’assicurazione dell’auto agli stranieri costa fino al 51% in più
Gli automobilisti più rischiosi? I camerunesi. Ma anche senegalesi e rumeni. Per fare l’assicurazione RCA gli automobilisti con questi passaporti infatti devono tirar fuori di tasca fino al 51% in più di un italiano. A denunciare la discriminazione sono state ASGI e Avvocati Per Niente ONLUS, che lpo scorso 3 novembre hanno depositato dinanzi al Tribunale di Milano un ricorso contro le compagnie assicuratrici Zurich Insurance e Quixa s.p.a. in ragione proprio delle tariffe differenziate per nazionalità da esse praticate nei contratti assicurativi RCA on line, che a detta delle associazioni ricorrenti penalizzano alcune categorie di cittadini stranieri.
Ecco cosa hanno scoperto le associazioni facendo un preventivo on line sui siti di queste due assicurazioni. Per Zurich Insurance plc, per il cittadino italiano il preventivo è risultato di 465,00 euro; a parità di condizioni, per i cittadini rumeni, senegalesi, albanesi e camerunesi il preventivo è stato di 665,00 euro (+43%), per i cittadini di Ecuador e Cina il preventivo è stato pari a 632,00 euro (+36%).
Su Quixa spa invece per il cittadino italiano il preventivo è di 414,19 euro; per il cittadino rumeno 452,35 euro (+9%); per il cittadino senegalese 580,71 euro (+40%); per il cittadino albanese 542,83 euro (+31%); per il cittadino camerunese 625,38 euro (+51%); per il cittadino ecuadoriano 549,29 euro (+33%); per il cittadino cinese 477,48 euro (+15%).
Appositamente interpellata dalle associazioni, la compagnia assicuratrice Zurich ha giustificato l’applicazione di tariffe differenziata, sostenendo che «il fattore di cittadinanza, secondo comprovate evidenze statistiche, rappresenta uno dei fattori che predice la rischiosità, ed entra quindi nella determinazione del premio finale, insieme ad altri fattori…; a tale elemento, infatti, corrisponde una tipologia di comportamento di guida e, di conseguenza, una tipologia di rischio». Nessuna risposta invece sarebbe arrivata dalla Quixa spa alle associazioni ricorrenti.
Nel presentare ricorso, le associazioni promotrici affermano che il diritto anti-discriminatorio, di fonte nazionale ed europea, vieta che il fattore etnico-nazionale possa essere preso in considerazione nei rapporti contrattuali e possa essere fonte di disparità di trattamento.
da vita online