3 MILIONI I LAVORATORI IN NERO

da Paolo Borrello

18 aprile 2010

3 milioni i lavoratori in nero

 

Il lavoratori in nero erano in Italia, nel 2009, 3.000.000. Lo ha dichiarato Enrico Giovannini, presidente dell’ISTAT, nell’ambito di un’indagine conoscitiva presso la commissione Lavoro della Camera. I dati quindi sono ufficiali. Per la verità Giovannini li chiama lavoratori irregolari ma la sostanza non cambia. Sono veramente molti, anche se in leggera diminuzione rispetto al 2001 quando in percentuale sul totale erano il 13,8%, mentre nel 2009 il 12,2%.

Come riferisce la redazione di Tiscali:

“…Questa, in pillole, la situazione del mercato del lavoro in Italia, tra regolarità e non. Meno 2,4% di occupati italiani, più 8,4% stranieri nel 2009. Lo scorso anno si è assistito ad ‘una forte caduta’ dell’occupazione italiana – con una perdita di 527 mila unità, pari al -2,4% rispetto alla media 2008 – e alla crescita di quella straniera, con 147 mila unità in più, pari all’8,4%. Anche se, sottolinea l’Istituto, il tasso di occupazione risulta in discesa…

Il settore con la maggiore incidenza di unità di lavoro non regolari è l’agricoltura:
il tasso di irregolarità è cresciuto dal 20,9% del 2001 al 24,5% del 2009. A seguirlo sono i servizi (13,7%) ed in particolare il comparto del commercio, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni (18,7% nel 2009). La quota di lavoro non regolare resta significativa anche nel settore delle costruzioni, nonostante si sia arrivati al 10,5% dal 15,7% del 2001. All’opposto, il minor tasso di irregolarità si evidenzia nell’industria in senso stretto, dove è rimasto intorno al 4%, negli anni in considerazione. Tornando al terziario, evidenzia ancora l’ Istat, se si esclude l’occupazione nella Pubblica amministrazione, il tasso di irregolarità nel 2009 passa dal 13,7% al 17,4%…

Al sud, sulla base degli ultimi dati riferiti al 2007 – la quota di lavoro irregolare risulta più che doppia rispetto alle due ripartizioni del nord: 18,3% contro il 9,2% del nord-ovest e l’8,6% del nord-est. Al centro è al 10,2%. A livello regionale, la maglia nera va alla Calabria, con un tasso di irregolarità pari al 27,3% contro la più virtuosa che risulta essere l’Emilia Romagna (8,1%)…”

Galapagos in un articolo pubblicato da “Il Manifesto” si occupa dello stesso tema:

“…In diminuzione rispetto a 10 anni fa, il lavoro nero seguita però a prosperare sottraendo soldi alla previdenza e al fisco. E al tempo stesso alterando la concorrenza tra le imprese nelle quali è praticato. I lavoratori irregolari (le unità di lavoro a tempo pieno) in Italia sono quasi 3 milioni. E’ la stima – per il 2009 – fatta dall’Istat…
Per Giovannini «nonostante gli interventi di sanatoria nel periodo 2001-2008 il numero di lavoratori stranieri irregolari è cresciuto, subendo un’inversione di tendenza solo nel 2009». Anno nel quale, peraltro, è stata varata una nuova sanatoria. Le rilevazioni territoriali mostrano andamenti diversificati, con livelli superiori in assoluto al Sud ma con una evidente tendenza della crescita nell’Italia settentrionale…”

 
Indubbiamente 3.000.000 di lavoratori in nero sono una bella cifra. Potranno essere diminuiti ma rimangono molti. E oltre agli effetti rilevati da Galapagos (evasione fiscale, previdenziale, alterazione della concorrenza fra le imprese), occorre considerare che fra i lavoratori in nero la normativa sulla sicurezza nie luoghi di lavoro viene poco rispettata. Di coneguenza l’elevato numero di questi lavoratori può essere una delle principali cause degli infortuni sul lavoro e delle morti sul lavoro.

Forse sarebbe necessaria una politica più incisiva per ridurre il numero dei lavoratori in nero…

GRAZIE


 

3 MILIONI I LAVORATORI IN NEROultima modifica: 2010-04-19T22:32:00+02:00da paoloteruzzi
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