calabria nella morsa dell’usura

Paolo Borrello 11 ottobre alle ore 19.05 Rispondi Segnala
Ti invio un articolo di Anna Foti pubblicato da “Liberainformazione”.
Ciao a presto.
Paolo Borrello
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Cresce di meno il ricorso al prestito bancario da parte delle imprese meridionali (+ 0,4% rispetto al + 4,6 % nel 2008), aumentano di uno scatto percentuale le imprese del Sud in difficoltà, mentre i tassi
di interesse applicati nella banche scendono al 6,4%, oltre due punti in meno rispetto al 2008. Secondo il rapporto Svimez 2010 sull’Economia nel Mezzogiorno, la situazione nelle regioni del Sud non migliora, nonostante scendano i tassi di interesse applicati dalla banche. Ciò si spiega evidenziando alcuni fattori, quali la gravissima mancata difesa degli imprenditori onesti costretti, per andare avanti, a cedere allo strozzinaggio, il grado di accessibilità al credito bancario, la sua effettiva sostenibilità, atteso che la Calabria non è nuova ad istituti bancari che pratichino tassi usurai di cui poi i rispettivi direttori siano imputati dinnanzi alla magistratura come denunciato proprio dall’imprenditore gioiese Nino De Masi.

Sempre a Gioia Tauro i carabinieri stamani hanno arrestato sei persone che applicavano un tasso del 120%, persone contigue alla ndrina Molè. E il circuito vizioso che attanaglia l’economia calabrese così si chiude. Un prestito di 250 mila euro restituito con versamento mensili di ventimila euro. Un’indagine emblematicamente denominata “Tentacolo”* che, auspica il procuratore capo delle Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo, potrebbe incoraggiare gli imprenditori a favorire l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine, collaborando attraverso la denuncia e non soltanto con la testimonianza ad indagini in corso.

Nessuna analisi può essere condotta, dunque, senza considerare quella radicata presenza del malaffare e della criminalità organizzata che soggioga un’intera economia, pregiudica il sacrosanto diritto al libero sviluppo, governa un territorio proprio attraverso le modalità usuraie ed estorsive, che presta soldi per comprare la vita delle persone, che impone la tassa del pizzo o si appropria di merce senza corrispondere alcun prezzo per concedere il prosieguo o l’avvio di un’attività produttiva, commerciale o imprenditoriale, che condiziona il mercato e l’occupazione, indicando che cosa comprare, dove rifornirsi, chi assumere.

La Calabria è, purtroppo, la regione che l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre ha classificato come seconda, dopo la Campania, nella mappa di esposizione al pericolo di usura, anche se il più alto rapporto tra attivi coinvolti è detenuto dalla Calabria con il 31%. Nella nostra regione il tasso di usura tocca il 161 (61% in più rispetto alla media italiana). Di converso però in Calabria le denuncie per usura sono pochissime, sarebbe invece il 22% degli abitanti ogni 100 mila a rivolgersi alla magistratura per denunciare un caso di estorsione. Anche questo un fenomeno che raggiunge solo nel reggino percentuali del 70%, secondo la Confesercenti.

La stessa autorità garante della Concorrenza e del mercato, sollecitata da una segnalazione circa la presenza di un cartello bancario finalizzato all’illecito arricchimento ai danni delle imprese e dei cittadini calabresi attraverso l’applicazione di interessi usurai che violerebbero le regole del libero mercato, ha rilevato che livelli di tassi d’interesse significativamente elevati da superare, in alcune circostanze, anche il 20% esistano. Un quadro con parecchie ombre in un Sud che di difficoltà ne ha già tante. Dunque bene intervenire con arresti ma senza dimenticare, come le stesse manette dimostrano, che il sistema di usura e estorsione è già in atto dopo la droga e la compartecipazioni in affari rappresenta la terza fonte di reddito della ndrangheta con un fatturato di 5 miliardi di euro sui 44 complessivi ogni anno.

calabria nella morsa dell’usuraultima modifica: 2010-10-11T21:27:56+02:00da paoloteruzzi
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