Cosa penso degli scontri a Roma (da Saverio Tommasi)

Cosa penso degli scontri a Roma

 
 
 
Il 14 dicembre 2010, al termine di una manifestazione contro Berlusconi e i berluschini, una manifestazione poi degenerata in scontri, scrissi questo articolo: Cosa penso degli scontri a Roma. Leggetelo, perché più o meno è quello che penso anche oggi: la violenza è un’inutile sconfitta; ma le nostre bellezze vinceranno. Saverio Tommasi Cosa penso degli scontri a Roma di S.T. 14 dicembre 2010 Sono contrario alla violenza, in qualsiasi forma. Non si tratta di stabilire se il circo parlamentare meriti o meno l’assedio e il lancio di seggiole. Meriterebbe di peggio. Dobbiamo essere in grado di capire se serve alla costruzione di un percrorso democratico. E io credo che no, non serva lanciare seggiole o incendiare mezzi pubblici, non serva neanche sputare, lanciare mattonelle rischiando di uccidere ragazzi in divisa, passanti inconsapevoli o manifestanti distratti. Credo che qualsiasi atto di violenza sia una sopraffazione che impedisce il dialogo e la relazione. Invece noi abbiamo bisogno di parole, di narrazioni e costruzioni. Noi siamo diversi, e dobbiamo dimostrarlo, perché ai soldi e alla forza opponiamo le idee e la dolcezza. Le immagini della guerriglia romana, comunque sia, ci interrogano nel profondo e ci chiamano a un senso di responsabilità altissimo. Costruire una speranza per chi non si sente rappresentato, per chi sfoga la propria rabbia distruggendo, per chi, non intravedendo nelle proprie solitudini quotidiane una possibilità, sceglie di devastare. Tocca a noi essere in grado di trasformare la protesta, quella pacifica, sacrosanta, giusta e necessaria, in proposta. Perché se non lo faremo noi arriverà qualcun altro capace di convincere questi ragazzi che sì, da perenni inascoltati, la migliore mossa è l’attacco alle cose, agli oggetti e alle persone. Tocca a noi dare sbocco e gambe alle istanze di chi protesta, perché l’opposizione diventi un’alternativa reale. Partendo dalla concretezza: il berlusconismo si fonda sulla compravendita di corpi e voti? E noi rispondiamo facendo le primarie, aprendo le assemblee dei partiti, inaugurando una stagione di democrazia partecipativa, urlando che i nostri corpi e le nostre emozioni non sono in vendita. Dobbiamo fare questo. Un altro esempio: il berlusconismo insegna ad aizzare i proprietari contro i diseredati? E noi rispondiamo parlando di beni comuni, di acqua pubblica, di valori condivisi, di ambiente come bene collettivo da preservare, di energia pulita per noi e i nostri figli. Il berlusconismo è uno? E noi dobbiamo dimostrare di essere una moltitudine. Determinata e pacifica.
 
 
Aggiungi a SpecialiCondividiCondividi con notaMantieni come da leggereInvia a

Cosa penso degli scontri a Roma (da Saverio Tommasi)ultima modifica: 2011-10-16T12:29:45+02:00da paoloteruzzi
Reposta per primo quest’articolo