Le violazioni dei diritti umani in Sudafrica


16 giugno 2010

Di Sudafrica attualmente si parla esclusivamente  a proposito dei mondiali di calcio. I mondiali sono un appuntamento importante ed è più che legittimo occuparsene ed anche io li seguo con attenzione. E’ necessario però anche cogliere l’occasione per informare e per informarsi sul paese che organizza i mondiali. In passato si svolsero i mondiali di calcio in paesi dove la situazione politica e sociale era molto difficile. E’ sufficiente fare riferimento ai mondiali che si tennero in Argentina, agli inizi della dittatura di Videla, quando già erano molti i “desaparecidos” e quella situazione non fu adeguatamente presa in considerazione dai mass media.

Pertanto mi sembra più che giustificata la presa di posizione di Amnesty International, che ha denunciato le violazioni dei diritti umani avvenute in Sudafrica nel periodo che ha preceduto i mondiali.

Che cosa è successo secondo Amnesty?

“Vi è stato un incremento delle operazioni di polizia nei confronti di venditori ambulanti, cittadini sudafricani senza fissa dimora, rifugiati e migranti che vivono in insediamenti informali o in quartieri poveri ad alta densità abitativa. La polizia si è resa responsabile di irruzioni, arresti arbitrari, maltrattamenti, estorsioni e distruzioni di insediamenti informali. Queste ultime sono state effettuate senza preavviso, predisposizione di un alloggio alternativo adeguato e risarcimento, in violazione delle leggi nazionali che proibiscono gli sgomberi forzati.

I regolamenti istituiti per soddisfare i requisiti richiesti dalla Fifa nelle città sedi dei Mondiali di calcio vengono usati dalla polizia per espellere persone senza fissa dimora e venditori ambulanti dai ‘siti ad accesso controllato’ e dalle zone di esclusione intorno agli impianti sportivi. Le sanzioni per violazione dei regolamenti prevedono fino a 10.000 rand (circa 1.100 euro) di multa o fino a sei mesi di carcere…

Nei primi cinque mesi del 2010 sono stati registrati almeno 11 casi, in cinque province, di attacchi violenti e saccheggi di negozi, soprattutto ai danni di cittadini somali ed etiopi. Questi violenze sono spesso avvenute nel contesto di proteste delle comunità locali contro la corruzione e la mancata fornitura di servizi fondamentali nei quartieri poveri.
I migranti e i rifugiati, percepiti come competitori nel campo del lavoro, dell’alloggio e delle opportunità economiche, vengono in questo modo presi di mira nelle proteste. Ad alimentare la violenza è anche un’attitudine xenofoba, che sembra spiegare perché la polizia locale non intervenga rapidamente o, in casi specifici, si sia mostrata connivente con gli aggressori. L’accesso alla giustizia e ai risarcimenti per le vittime è molto difficile…

Le forze di polizia hanno pianificato una serie di misure per la protezione dei tifosi e degli spettatori che si recheranno negli stadi e in altri luoghi di raduno. Amnesty International nutre diverse preoccupazioni riguardo a tali misure.

In primo luogo, le enormi risorse che sono state investite (in larga parte per soddisfare i requisiti della Fifa) per l’organizzazione dei Mondiali di calcio, avranno conseguenze sull’incolumità e la sicurezza dei cittadini sudafricani, soprattutto di coloro che vivono nei quartieri più poveri dove la prevenzione del crimine e l’efficacia delle operazioni di polizia costituiscono già ora una seria sfida. I rifugiati e i migranti, che già non ottengono una protezione adeguata dagli attacchi xenofobi, potranno essere ancora più vulnerabili.

In secondo luogo, la priorità accordata alla protezione dei visitatori può spingere la polizia a un abuso della forza letale contro presunti criminali, in modo non conforme agli standard del diritto internazionale. I piani predisposti per contrastare, in caso di necessità, l’ ‘estremismo locale’ e le ‘proteste’ non dovrebbero dar luogo a un uso eccessivo della forza o violare il diritto dei manifestanti a radunarsi in modo pacifico.

Nel 2009, Amnesty International e altri organismi hanno documentato un aumento dei casi di tortura di sospetti criminali nel corso delle indagini, di uso della forza eccessiva contro i manifestanti e delle morti a seguito di abuso della forza letale. Nella provincia del KwaZulu-Natal, negli ultimi due anni, i casi di persone uccise a colpi di arma da fuoco dalla polizia sono aumentati del 47%…  

Tuttavia, le proteste delle comunità povere continuano a denunciare che la maggioranza dei cittadini sudafricani è tuttora esclusa dai benefici derivanti dall’organizzazione dei Mondiali di calcio.

I requisiti stabiliti dalla normativa della Fifa, che prevedono ampie zone di esclusione in cui non sono consentite attività economiche informali, sono visti come particolarmente dannosi nel contesto di un paese in cui ampia parte della popolazione basa la propria sopravvivenza sui proventi dell’economia informale.

Uno dei principali obiettivi della campagna di Amnesty International sul Sudafrica è un accesso maggiore e non discriminatorio ai servizi sanitari per l’Hiv, riguardanti prevenzione, trattamento e cure, specialmente per le donne nelle zone rurali interne.

Sebbene il governo abbia recentemente lanciato una nuova iniziativa per combattere l’epidemia dell’Hiv, c’è bisogno della stessa determinazione mostrata nella preparazione dei Mondiali di calcio per superare le difficoltà relative ai trasporti e tutti gli altri ostacoli che si frappongono al diritto alla salute per le donne nelle zone rurali, colpite in modo sproporzionato dall’epidemia”.

Amnesty International ha chiesto quindi al governo del Sudafrica di:

porre fine agli arresti arbitrari e alle altre violazioni dei diritti umani collegate alla legislazione locale e ai  regolamenti derivanti dalle norme Fifa, ai danni dei cittadini sudafricani poveri, in particolare i venditori ambulanti, e dei migranti;
– avviare un’indagine esauriente e indipendente sulle denunce di violazioni dei diritti umani ad opera della polizia e delle autorità di governo locali e assicurare l’accesso alla giustizia e ai risarcimenti alle persone colpite;
– assicurare che l’uso della forza da parte della polizia a scopo di mantenimento dell’ordine pubblico sarà sempre proporzionato e in linea con gli standard internazionali sui diritti umani;
– garantire la rapida applicazione di meccanismi efficaci di prevenzione e di risposta alle emergenze così come di misure adeguate per combattere l’impunità per i crimini commessi contro i rifugiati e altre persone che necessitano di protezione internazionale;
– accrescere gli sforzi per contrastare le violazioni dei diritti delle donne all’uguaglianza e alla dignità, che costituiscono elementi fondamentali dei programmi di prevenzione e di trattamento dell’Hiv.
 

Io credo che in questo caso. come in molti altri, l’azione di Amnesty International sia più che giustificata. Anche perchè i mondiali di calcio possono essere un’occasione unica per sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale problemi, come quelli sollevati da Amnesty, che in altri periodi sarebbero oggettivamente trascurati.
Certo occorre riconoscere i notevoli progressi compiuti, dal governo e dal popolo sudafricano, negli ultimi anni, ma non possono essere dimenticati i problemi che persistono. Al limite si tratta anche di verificare come i governi dei paesi più importanti, le organizzazioni internazionali, possono aiutare il Sudafrica.
Comunque, soprattutto in questo periodo, quando ci si occupa del Sudafrica non si devono esaminare solo le partite di calcio o solo le “vuvuzelas”.

 Paolo Borrello

Le violazioni dei diritti umani in Sudafricaultima modifica: 2010-06-19T23:41:00+02:00da paoloteruzzi
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