lega, egitto, disabilità, rom ecc nella rassegna stampa di vita online

Varese “kaputt” mundi

 
 
 

Anche la Lega ha il mal di pancia. E’ ufficiale. O per meglio dire assimiglia più a un colpo al cuore quello che è avvenuto e sta accadendo a Varese. Dove il Capo suprermo, il Senatur, sembra aver imposto un suo uomo facendo infuriare la base. Un revival del “Roma ladrona” ma in terra celtica, dove a decidere del proprio segretario non sembra più essere il popolo verde, autonomista e federalista, ma la centralissima segretaria di partito romana. In compenso sui giornali si parla anche di:

Ai mal di pancia della Lega il CORRIERE DELLA SERA dedica due pagine fitte. Dopo l’apertura di cronaca politica sulla possibile crisi e i rapporti Bossi-Berlusconi-Tremonti, un pezzo di colore descrive un’assemblea varesina davvero infuocata con roghi di tessere, cori da stadio e risse sfiorate, oltre alle denunce sulla nomina calata dall’alto del nuovo segretario provincla ei Varese e una denuncia (anonima) che suona così: «La Lega ha perso le tre “c”: cervello, cure e coglioni». In un’intervista gustosa di Claudio Del Frate, il neo-nominato Maurilio Canton si conferma un «allineatissimo a Bossi» – parole sue – quasi paracadutato sulla scena nazionale: a una domanda su Tremonti infatti si schermisce: «Sono domande di politica nazionale, mi sento in difficoltà». 

LA REPUBBLICA apre sulla difesa del premier (“Alfano e Bossi ai ribelli Pdl: «Berlusconi non si tocca»”) e all’interno, pagine 6 e 7, affronta il capitolo Varese, ultima tappa della strisciante contestazione al Senatùr. «Più che un congresso un putiferio», è l’incipit di Rodolfo Sala, inviato all’appuntamento leghista per registrare il malumore della base che si è vista imporre il candidato dell’Umberto. Circa 300 i delegati la cui rabbia è esplosa quando il vice di Formigoni, Andrea Gibelli, ha detto che il nuovo nominato, Maurilio Canton, avrebbe dovuto essere eletto per acclamazione. «È stata la giornata peggiore della Lega», commenta Mario De Micheli, sindaco di Saronno. «Un vero schifo» gli fa eco un altro. Secondo Bossi, la contestazione è stata «organizzata». In un approfondimento sempre Sala descrive il caos procedurale che ha spinto alcuni a gridare al Soviet. Hanno fatto votare Renzo Trota Bossi (che non era delegato, ma è stato difeso dal padre: «ci sono discriminazioni contro i miei figli, non gli avete dato la tessera»). Ma non sono mancate prese di posizione anche durissime (e pare che il Senatùr abbia avuto le lacrime agli occhi). «Se io fossi Canton mi sentire una merda», ha detto il segretario federale. «Bossi ha sempre avuto rispetto per la nostra base, oggi purtroppo ha perso l’autorevolezza e governa con l’autorità», ribatte il capogruppo provinciale Stefano Gualandis. Il nodo vero, annota il cronista, separa chi non ne può più di sostenere il governo Berlusconi e chi invece ritiene dovere del Carroccio continuare ad appoggiarlo. Infine Filippo Ceccarelli ripercorre la storia del movimento: “Il ‘Cerchio magico’ non basta più così crolla l’autorità del vecchio capo”. Un percorso di progressiva chiusura e di irrigidimento (ieri porte sbarrate per giornalisti, fotografi e telecamere). «Per la prima volta è apparso chiaro che l’icona ha perso tutto o quasi il suo smalto dorato e che il totem si è incrinato nel luogo da cui è partita la straordinaria avventura leghista».

“Varese, un bossiano segretario. Scoppia la protesta della base”, è questo il titolo in prima sotto a quello di apertura che LA STAMPA dedica ai mal di pancia della Lega. All’interno, Marco Bresolin ci offre una cronaca di quanto accaduto: « Il primo delegato a intervenire al congresso provinciale di Varese utilizza parole dure verso il Capo. Lo fa con una lettera a lui indirizzata, anche se il ministro ancora non si vede. E dalla platea parte un’ovazione. Soltanto pochi minuti prima, davanti ai flash e alle telecamere, Marco Reguzzoni aveva stretto a sé il segretario della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti (maroniano) per un abbraccio distensivo e il candidato unico Maurilio Canton aveva parlato di «unitarietà del movimento, un movimento democratico». Poi la porta tagliafuoco (sic) si era chiusa e i giornalisti allontanati. Via libera al lancio di coltelli». Di taglio basso nella stessa pagina (5) un focus sulla situazione dall’altra sponda del Nord, in Veneto, dove il ribelle sindaco di Verona, Flavio Tosi, si è seduto al tavolo con il suo sfidante “bossiano” Gian Paolo Gobbo e tutto, sembra, si è concluso a tarallucci e vino, o meglio, a tramezzini e spritz.

“Bossi blinda il Cav: è lui che porta i voti”. Questo il titolo dell’apertura di pag. 5 che IL GIORNALE dedica al congresso provinciale della Lega. «Metà berlusconiano, metà tremontiano, più amico del ministro dell’Economia di buona parte del Pdl, addirittura volenteroso paciere tra Berlusconi e Tremonti che non è che si amino», questo è il ritratto che viene fatto del leader leghista che parla a Varese. Un Bossi che nega le divisioni interne al partito («inventate dai giornalisti») e le tensioni tra Tremonti e il premier, oltre ad “archiviare” il capitolo elezioni a cui secondo il leader della Lega si potrà andare non prima di «aver fatto un certo numero di riforme». Un Bossi, quasi uno e trino: «un falco berlusconiano, fedele all’alleato e pronto a segargli qualunque sfidante interno», un leader “tremontiano” che respinge il condono («forse vogliono soldi per fare nuove leggi») e un senatur in versione calderoliana che secondo chi scrive ha in mente un percorso preciso («rifare la costituzione in senso federale, tagliando anche il numero dei parlamentari. E quindi solo dopo cambiare la legge elettorale«).  Ma anche un Bossi «alla bergamasca» secondo cui il problema è «che la gente vuole scegliere il candidato, quindi non sceglie più il partito ma le persone». Sulla contestata elezione del segretario provinciale della Lega a Varese, pezzo di spalla )”Il Carroccio in tilt per l’elezione del segretario imposto dal Capo”. Un articolo che si apre con una valutazione. «Ci si aspettava qualche azione di disturbo, ma non il caos. E tantomeno un inedito storico: Bossi contestato dai militanti leghisti, nella sua Varese, al grido bossiano libertà libertà». Un articolo in cui si sottolinea come la situazione interna sia cambiata. «Qualche anno fa l’ordine sarebbe stato eseguito in silenzio, ora no, le cose sono cambiate nella Lega e si va contro il Capo». Una situazione complessa che secondo chi scrive si potrebbe tradurre in : «ci saranno presto problemi» 

COPTI
REPUBBLICA – “Sangue al Cairo per la protesta dei copti uccisi 23 manifestanti”: uno degli incidenti più gravi dopo la caduta di Hosni Moubarak per numero di decessi e di feriti (174) ma «anche perché», scrive Alberto Stabile, «la carneficina solleva pesanti dubbi sulla credibilità del vertice militare che si è assunto la responsabilità di guidare l’Egitto verso un regime democratico». Venerdì scorso ad Assuan una folla di militanti musulmani ha attaccato una chiesa copta quasi distruggendola, i copti sono scesi in piazza ad Alessandria e al Cairo. È nella capitale che si sono avuti gli scontri più pesanti con l’esercito che ha cominciato a sparare contro i manifestanti.

UNIVERSITA’
ITALIA OGGI – La crisi colpisce anche i master in business e administration e riscoprono un approccio generalista. Secondo il pezzo a pag 53 “Meno finanza e più flessibilità. Gli Mba cercano nuove strade” i master stanno cambiando volto «ritornando alle origini focalizzando in primo luogo sulle competenze di general management.

DISABILITA’
CORRIERE – Per la Giornata nazionale delle persone Down, celebrata ieri, il Corriere pubblica (con rimando in prima) la storia della famiglia Bernardini, genitori e un figlio Down, Valerio, che oggi ha 25 anni. Si definiscono «normali e felici» questi genitori, anche perché – confida la mamma Stefania – «mio figlio non è mai stato scansato o maltrattato». Oggi Valerio, dopo aver frequentato la scuola, lavora in un centro diurno ed è campione italiano di bowling. Per il «doi di noi» la famiglia sogna per lui una convivenza indipendente, in un appartamento, con altri ragazzi come lui.

ROM
LA STAMPA – Pagina 17: “Bagnasco esalta i valori dei Rom”. Così il numero uno della Cei in occasione della visita alla comunità di Sinti del campo nomadi di Bolzaneto: «Su figli e vita la cultura occidentale prenda esempio da loro» è stata la dichiarazione del cardinale.

SERVIZIO CIVILE
LA STAMPA – Nelle pagine dedicate al lavoro il quotidiano di Torino dedica una pezzo al servizio civile “Giovani volontari al lavoro per l’ambiente e i più deboli” e avverte: scade il 21 ottobre il bando per il parteciparvi. Si tratta di una servizio non firmato che elenca il come e i dove è possibile inviare la domanda per effettuare un anno di servizio civile. 

MICROFINANZA
LA STAMPA – “La finanza ‘minore’ di Lily, la banchiera dei giovani”. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi offre un ritratta di di Lily Lapenna (di cui aveva scritto anche VITA) a pagina 20: «Lily Lapenna, 31 anni, nata a Londra da padre romano e madre abruzzese, bancario lui e imprenditrice lei, è la fondatrice di «MyBnk», una sorta di banca dei giovani, nata per incentivare al risparmio i giovani e rinvestire poi il denaro raccolto in microprogetti di «business» capaci di generare redditi nella stessa comunità, stimolando competenze e autostima. Un progetto nato all’interno della City e ispirato dal premio Nobel bengalese Muhammad Yunus: portano infatti la sua firma i principi del microcredito, che Lily ha studiato e sperimentato, trasformandoli poi in qualcosa di trendy anche per i giovai londinesi».

5 PER MILLE
IL SOLE 24 ORE – “Il 5 per mille in ritardo azzoppa i bilanci Onlus”: «A riproporre con forza la questione del 5 per mille è stato, la settimana scorsa, il Forum del Terzo settore, con una dura protesta contro il ritardo, definito “inaccettabile”, dei pagamenti per il 2009 (anno d’imposta 2008). I rimborsi, oltre a essere fuori tempo massimo, hanno riguardato finora solo importi fino a 500mila euro, lasciando a bocca asciutta praticamente tutti i grandi enti, ossia i più “votati” dai contribuenti. Non solo: per diverse associazioni l’arretrato risale addirittura al 2008, ossia alle quote calcolate sui redditi 2007. Andrea Olivero, portavoce del Forum e presidente delle Acli, rinnova l’appello al ministro dell’Economia: “Bisogna accelerare i tempi, ma anche trovare le integrazioni di cassa necessarie a ripagare tutte le opzioni effettivamente espresse dai cittadini. È impensabile lasciare le organizzazioni destinatarie senza le entrate di loro spettanza e mettere così a rischio la realizzazione delle attività sociali”. Anche più fosco il quadro per l’edizione del 2012. Le iniziative parlamentari volte a stabilizzare la norma, benché bipartisan, sono arenate. La prossima legge finanziaria dovrebbe confermare lo stanziamento, ma la consuetudine al “tetto” (cioè un limite alle erogazioni, che di fatto abbassa l’aliquota ben al di sotto del 5 per mille nominale) lascia poco spazio alle illusioni. Una delle poche certezze è rappresentata dal fatto che, come stabilito dalla manovra di Ferragosto, tra le categorie beneficiarie ci saranno anche le “attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”. La platea dei concorrenti, dunque, sarà verosimilmente più ampia del passato». Di appoggio un pezzetto di Carlo Mazzini: “Si trasforma in un rebus anche il rendiconto 2008”: «Si avvicina la scadenza per la rendicontazione del 5 per mille 2008, erogato proprio un anno fa in questo periodo, con l’immancabile corredo di dubbi e incertezze. Le organizzazioni che hanno ricevuto le somme destinate dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi prodotti nel 2007 sono tenute all’obbligo, previsto dalla legge finanziaria 2008, di redigere un rendiconto nel quale sia rappresentato in modo chiaro e trasparente l’effettivo utilizzo delle somme percepite. Oltre al rendiconto è richiesta anche una relazione illustrativa sugli interventi realizzati. (…) Per gli enti del volontariato, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha prodotto nel dicembre dello scorso anno le linee guida e uno schema di rendiconto, cui devono conformarsi anche le associazioni sportive dilettantistiche. Se, in generale, non si sono registrate difficoltà nell’applicazione delle linee guida, alcune domande sono rimaste tuttavia senza risposta. Il quesito principale è se sia possibile per un ente ricondurre tra le spese oggetto della rendicontazione anche quelle effettuate precedentemente all’effettivo incasso del 5 per mille, in forma di risorse proprie o anticipazioni bancarie. Il dilemma sta mettendo in difficoltà numerosi enti, soprattutto quelli che hanno ricevuto somme ingenti rispetto al normale volume di proventi registrato annualmente».

 
 
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lega, egitto, disabilità, rom ecc nella rassegna stampa di vita onlineultima modifica: 2011-10-10T23:14:12+02:00da paoloteruzzi
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