MIRACOLO ITALIANO – IMPRENDITORIA CREATIVA

«Frode colossale nelle tlc»: riciclaggio e conti esteri      
24/02/2010 13:46 | ECONOMIAITALIA | Fonte: ilsole24ore

Shock a Piazza Affari. La magistratura dopo tre anni di indagini su una maxi-frode nelle tlc, che ha coinvolto Fastweb e Telecom Italia Sparkle, ha disposto mercoledì l’arresto di 56 persone fra cui l’ex-presidente di Fastweb, Silvio Scaglia (il cui arresto non è ancora stato eseguito e che si trova all’estero), l’ex-amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli, il senatore Nicola Di Girolamo del Pdl e altre figure manager delle due società telefoniche coinvolte e indagate per violazione del decreto legislativo 231 sulle responsabilità amministrative degli enti, per associazione per delinquere e riciclaggio. Per il Gip, Aldo Morgigni, si tratta di una delle «più colossali frodi poste in essere nella storia d’Italia».

Il destino di Telecom Italia Sparkle e di Fastweb si conoscerà la settimana prossima. Il gip di Roma Aldo Morgigni interrogherà, il 2 marzo, gli amministratori delle due società di telecomunicazioni e deciderà in merito all’eventuale commissariamento delle stesse per mancata vigilanza, ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001. Oggi, nel carcere romano di Regina Coeli, il gip e il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo stanno già procedendo ai primi 14 interrogatori di garanzia cui hanno diritto i 56 arrestati – di cui 4 ancora latitanti all’estero – di ieri. Il commercialista Fabrizio Rubini, avrebbe ammesso in mattinata di avere versato somme rilevanti al senatore Nicola Di Girolamo. Interrogato anche l’ex finanziere Luca Berriola, già in servizio presso il comendo di tutela della finanza pubblica, accusato di avere agevolato il rientro illecito in Italia di un milione e mezzo di euro per conto dell’associazione criminale i cui componenti sono stati arrestati ieri.

L’indagine parla di una «frode carosello», senza beni né acquirenti finali, che con un meccanismo «a lavatrice» ha generato un danno allo stato di 365 milioni di euro, per mancato versamento dell’Iva a fronte di utilizzo di fatture emesse per circa 2,2 miliardi su servizi fittizi, nonché falsi crediti Iva e utili per 96 milioni per Telecom Italia Sparkle Spa – controllata al 100% da Telecom Italia – e Fastweb. Il quadro è emerso dalle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal Ros dei carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo della Procura Distrettuale Antimafia di Roma.

Il reato contestato a tutti gli indagati, a vario titolo, è di associazione a delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata all’evasione fiscale e contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, con corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento, la fede pubblica e il patrimonio, con riciclaggio, intestazione fittizia e reinvestimento di proventi illeciti. In particolare, secondo la Procura, «Fastweb e Telecom Italia Sparkle» fungevano da cassa dalla quale estrarre le somme di denaro oggetto di successivo riciclaggio, in cambio dell’aumento dei crediti Iva verso l’erario, dell’aumento del fatturato e dei margini ottenuti grazie all’appropriazione di parte dell’Iva pagata alle società “cartiere” C.M.C. Srl, Web Wizard Srl, I Globe Srl e Planetarium Srl, tutte appositamente costituite da altri partecipanti alla presunta associazione per compiere «fittizie operazioni commerciali in circolarità».

I fatti relativi alle due maggiori operazioni di riciclaggio, su cui ha indagato il Nucleo Valutario, si riferiscono al 2003, per la sola Fastweb, e dal 2005 al 2007 per entrambe le società. La prima operazione riguarda la commercializzazione di schede prepagate, denominate Phuncards, che avrebbero dovuto consentire l’accesso tramite un sito internet a contenuti tutelati dal diritto d’autore, che in realtà non esistevano; la seconda, denominata Broker dal nome della società estera da cui passava il riciclaggio, invece riguarda la gestione di traffico telematico di servizi a valore aggiunto (numeri a pagamento), anch’essi inesistenti. Il meccanismo della frode carosello è analogo per entrambe le operazioni(si veda, in dettaglio, l’articolo a pag.2).

Secondo la tesi investigativa, infatti, la società produttrice viene sempre costituita all’estero, offre servizi di telecomunicazione inesistenti alle compagnie telefoniche per una determinata somma, sulla quale Fastweb e Telecom Italia Sparkle trattengono circa il 5% prima di rivenderli, anticipando l’Iva e iscrivendola a credito, alla prima società “cartiera” in Italia, che a sua volta li rivende alla seconda società “cartiera” italiana, che li rivende alla società estera di partenza senza pagare l’Iva, quindi il valore a questo punto è incrementato dall’Iva e ricomincia il giro. Le compagnie telefoniche in tal modo maturano un credito Iva e inoltre gonfiano i bilanci con maggiori ricavi e utili. Il tutto danneggiando lo stato e i risparmiatori, dato che si tratta di società quotate.

Nella prima operazione un’immissione di capitali di 700 mila euro ha generato un fatturato di 200 milioni di euro; nella seconda l’immissione di un milione e mezzo di euro ha prodotto un fatturato di 2 miliardi di euro. Telecom Italia Sparkle e Fastweb hanno ricavato dalle due frodi 95 milioni di euro, che sono parte dei 370 milioni di euro dell’Iva non versati dalle “cartiere” italiane.

 

(da www.controlacrisi.org)

 

ciao

MIRACOLO ITALIANO – IMPRENDITORIA CREATIVAultima modifica: 2010-02-24T23:26:18+01:00da paoloteruzzi
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