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Maltempo: la macchina del fango

 
 
 

l tema è l’ondata di alluvioni che si è abbattuta sull’Italia con particolare violenza in Liguria e Toscana. Dopo gli allagamenti di Roma di settimana scorsa e il bollettino di guerra di ieri la sicurezza torna prepotentemente di attualità. Ecco come affrontano il tema i giornali di oggi.

 

 

IL CORRIERE DELLA SERA apre con l’alluvione che ieri ha colpito il Levante ligure, dalle Cinque terre a La Spezia. «Liguria sommersa. Morti e dispersi» il titolo. “Bloccate autostrade e ferrovia, la gente si rifugia sui tetti. Paesi isolati, autostrade spezzate e comuni isolati, una casa crollata, strade diventate torrenti di fango, vittime e dispersi, almeno otto”, è la cronaca del finimondo scatenato ieri da “un’ondata di maltempo che si è abbattuto sul nord Italia”, che ha provocato “un fiume di fango sceso dallo spezzino che ha travolto case, automobili, barche e tutto ciò che incontrava”. Ammessa pure la “furia delle acque” e la forza del nubifragio, gli effetti così disastrosi del maltempo mettono in luce, a una settimana dal clamoroso allagamento di Roma, come la “messa in sicurezza” della penisola sia ormai un problema da mettere in cima all’agenda della politica. Come richiama nel suo commento-contro editoriale Giangiacomo Schiavi (titolo: “Un prezzo troppo alto nell’Italia dell’incuria”). Denuncia Schiavi: «Sono anni che ambientalisti e associazioni benemerite come Fai, Italia Nostra, Wwf denunciano l’abusivismo selvaggio e l’eccesso di permessi di edificazione nelle zone a rischio, la mancanza di argini a norma, di difese accurate, di opere di contenimento delle piene. Un’adeguata azione di riqualificazione ambientale dovrebbe essere tra le priorità di un Paese che ha nel territorio una risorsa economicamente importante e una riserva di inestimabile valore: ma l’ambiente, in Italia, trova difensori tra i politici solo nelle parole di circostanza e negli inutili proclami».

LA REPUBBLICA invece sotto il titolo di apertura (“Governo, mini-accordo per salvarsi”) mette una fotonotizia sul “Maltempo, terrore e morte in Liguria”. I servizi alle pagine 15 e 15: “Liguria e Toscana devastate dai nubifragi frane e fiumi: 4 morti, 6 dispersi”. Un bilancio provvisorio che comprende anche 300 sfollati. I maggiori danni nella provincia di La Spezia; appena una settimana fa Legambiente, annota da Genova Marco Preve, aveva dichiarato che il 98% del territorio ligure è ad altissimo rischio idro-geologico. La Protezione civile ha invitato i cittadini a restare a casa. Tre dei morti sono vittime del crollo di una palazzina a Cassana, territorio di Borghetto Vara, una delle vallate più colpite dall’alluvione. Il racconto è di Massimo Calandri: «Ho visto una coppia di turisti trascinati via dalle acque. Un uomo e una donna. Erano a piedi, cercavano riparo» riferisce il gestore di un B&B di Vernazza, nelle Cinque Terre. Non si sono ancora ritrovati. I testimoni raccontano di un inferno vero e proprio: «dalla montagna è venuto giù un fiume di roba. Grosse pietre nere, terra fango acqua».

 

Pezzo di nuda cronaca sulle alluvioni a pagina 28 de IL SOLE 24 ORE. Senza nessun particolare commento o approfondimento

“Frane e dispersi, alluvione devasta la Liguria”. È il titolo della mezza pagina che IL GIORNALE dedica al maltempo che ha colpito alcune zone d’Italia (pag 17 Cronache). Cronaca di quello è avvenuto e di quello che accadrà oggi, soprattutto a Roma «Nella capitale il peggio è previsto per oggi» con «la Protezione civile che ha dichiarato lo stato di allerta». I crolli a Pompei sono relegati all’ultima riga del pezzo «questa volta hanno ceduto due muri di epoca moderna che non avrebbero valore archeologico».

Su IL MANIFESTO la notizia del disastro dovuto al maltempo non trova spazio se non in una brevissima notizia di cronaca a pagina 6 nella colonna dedicata alle “News in breve”, “Maltempo – Alluvione in Liguria quattro dispersi” è il titolo cui seguono una trentina di righe di stretta cronaca (ferma però alla prima serata di ieri) in cui si parla dell’alluvione in Liguria dell’allarme scattato in serata in Toscana e chiude con due righe su Roma che si prepara a un altro nubifragio.

Non si capisce se AVVENIRE sottovaluta la notizia oppure è arrivata in redazione fuori tempo massimo, ma di fatto a parte il riquadro con fotina in prima («Maltempo: Liguria e Toscana nella bufera») bisogna arrivare a pagina 14 per trovare un pezzullo sui nubifragi. Scarna cronaca dal corrispondente a Genova in cui si parla di una Liguria «in ginocchio» e di un bilancio «ancora provvisorio», e infatti al quotidiano risultano ancora solo 5 dispersi. Solo 5 righe finali per la Toscana.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

STRANIERI
IL GIORNALE – “La discoteca «di razza»: vietato l’ingresso ad albanesi e romeni” (pag 19 cronache). Una discoteca di Padova ha deciso di non permettere l’ingresso a albanesi, moldavi, rumeni e tunisini. «Grossi omoni che controllano l’ingresso impediscono infatti il passaggio di gruppi etnici che non siano ritenuti di gradimento dai gestori». Un accesso per cui è necessaria una tessera «che ai gruppi etnici in questione si rifiutano di concedere». La motivazione dei gestori è che per la vicinanza alla stazione «bisogna stare attenti», Una nota. Uno dei due titolari è un immigrato. Vietnamita.

IL MANiFESTO – In un ampio box a pagina 6 si annuncia il via libera, previsto per domani alla Camera, delle nuove norme “Multe e perdita della cittadinanza La legge anti-burqa è in arrivo”, nell’ampia didascalia a fianco della foto di una donna velata e di cui si vedono solo gli occhi si riassumono le sanzioni in arrivo “fino a 500 euro per le donne che trasgrediscono e carcere per chi obbliga gli altri a indossare l’indumento (..)”. Si legge: «Anche l’Italia si prepara ad avere la sua legge anti-burqa. È atteso infatti per domani il via libera da parte della Camera del disegno di legge che vieta alle donne islamiche di coprire il volto in luoghi pubblici attraverso l’uso di burqa, niqab e altri indumenti etnici. (…) Dopo Francia e Belgio, lo stop al burqa arriva dunque anche da noi ma la nuova legge, voluta fortemente dalla Lega, rischia solo di essere un provvedimento di facciata, visto che i casi di donne fermate mentre camminavano in strada con il viso coperto in Italia sono solo cinque (…)» e si conclude ricordando la soddisfazione di Mara Carfagna che alla vigilia dell’approvazione afferma: «Indossare il velo integrale non è mai stata una scelta delle donne, ma un segno di oppressione culturale e fisica (…) Con il divieto del burqa nei luoghi pubblici – ha concluso – si può restituire la libertà alle donne immigrate e si tende loro una mano per aiutarle a uscire da quelle gabbie culturali nelle quali alcuni padri o mariti-padroni hanno deciso di rinchiuderle».

 

CASA
IL GIORNALE – “Case Aler, scatta l’aumento degli affitti” (pag 3 Cronache Milano). Nuova intesa tra l’Assessore alla Casa del Comune di Milano e i sindacati. Dal 1 gennaio al 31 marzo 2012 taglio del 20% degli affitti per gli inquilini delle case popolari con l’impegno di firmare un nuovo accordo definitivo sui canoni. «In pochi mesi insomma il Comune con Aler eseguirà un’indagine sulle condizioni delle case» e se il valore degli immobili risultasse diverso, verrebbero rivisti anche i canoni come previsto dalla legge regionale.

ITALIA OGGI – Gianfranco Draghi firma “Il social housing va dal notaio”. «Edilizia sociale come possibile soluzione per rispondere all’esigenza di abitazioni a prezzi accessibili in tempi di crisi. Ma si tratta di uno strumento da maneggiare con cura: non tutti infatti possono accedere agli immobili di edilizia residenziale pubblica e l’acquisto comporta tutta una serie di limitazioni alla futura commerciabilità del bene». Questo uno dei «temi che verranno approfonditi a chiusura della nuova iniziativa “Comprar casa senza rischi” proposta dal Consiglio Notarile di Milano». Una tre giorni che si chiuderà venerdì 28 ottobre.

 

CRISI
CORRIERE DELLA SERA – Editoriale di De Bortoli. Niente parole velate nell’editoriale del direttore dal titolo “Mettere il paese davanti a tutto”. Che richiama all’orgoglio italiano, dopo gli sbeffeggiamenti europei, alla tradizione europeista (l’Italia è tra i fondatori della Ue), e alla forza economica del paese (“è la settima economia al mondo”). Basta, quindi, essere il lato debole dell’Europa. “Berlusconi sembra voler sopravvivere a se stesso. Ma se non è in grado di adottare, per l’opposizione della Lega, provvedimenti seri ed equi, non solo sulle pensioni, ne tragga le conseguenze. E in fretta. Vada da Napolitano e rimetta il mandato».

LA REPUBBLICA – Sullo stallo dell’esecutivo, interviene il direttore del quotidiano, Ezio Mauro: “Un regime vuoto” è il duro titolo del suo editoriale. «Incapaci di salvare l’Italia, tentano disperatamente di salvare se stessi. A questo si è ridotta la forza titanica del berlusconismo, la “rivoluzione liberale”, il governo “del fare”, il vento del Nord leghista. Un ceto politico spaventato, timoroso ormai di mostrarsi al suo stesso popolo, impotente a governare la crisi, non riesce a dare le risposte di governo di cui il Paese ha bisogno». Berlusconi «dovrebbe dimettersi, consentendo al Paese di provare a salvarsi, finché è in tempo. Ma non è un uomo di Stato, e il suo destino personale gli preme più del destino dell’Italia».

IL SOLE 24 ORE – È il giorno degli editoriali dei direttori rivolti a Berlusconi. Se Ferruccio De Bortoli invita il premier alle dimissioni, Roberto Napoletano, in prima, è meno esplicito e invita il premier, in un fondino in prima ad assumersi una responsabilità etica: «Non possiamo permetterci di prendere in giro l’Europa perché vorrebbe dire prendere in giro noi stessi. Avevamo scritto, in tempi non sospetti, che l’Italia rischiava di diventare lo Stato da vendere. Purtroppo, è successo e, cosa ancora più grave, scarseggiano stabilmente i compratori. È successo anche altro. Abbiamo dovuto assistere in mondovisione a un inqualificabile teatrino tra monsieur Sarkozy e la cancelliera Merkel che ci ha offeso come cittadini ridicolizzando il nostro premier e mortificando la dignità dell’Italia come Paese. Né la Merkel né Sarkozy hanno i titoli per permettersi di umiliare il popolo di uno Stato co-fondatore dell’Europa e simili (gravi) comportamenti ci fanno interrogare sulla capacità reale della stessa Europa di misurarsi con le sfide che la crisi finanziaria globale impone. Una ragione in più per porre fine all’inverecondo teatrino italiano che vede un premier e il suo Governo in fuga dalla responsabilità di decidere e in servizio permanente effettivo per la ricerca dell’ultimo compromesso o dell’ultimo voto per sopravvivere in Parlamento. No, presidente Berlusconi, l’Italia viene prima di tutto, il lavoro e il risparmio degli italiani sono materia delicata, bisogna maneggiarla con cura. Non basta scrivere lettere all’Europa, faccia quello che serve al suo Paese, lo faccia per decreto, se ne assuma la responsabilità politica davanti alla sua maggioranza, davanti al Parlamento e ai suoi connazionali. Nessuno (nemmeno lei) può prendersi la responsabilità etica, prima ancora che politica, di fare scivolare l’Italia dietro la Grecia agli occhi dei mercati. Gli italiani non le perdonerebbero mai di dover dire che i sorrisini di Sarkozy e della Merkel, ancorché inaccettabili, avevano un fondamento».

 

IL MANIFESTO – Sembra l’incipit di un cabarettista il titolo di apertura della prima pagina: sopra la foto di un Berlusconi concionante con alle spalle la bandiera dell’Unione “La sai l’ultima?”. Il sommario rinvia alle quattro pagine dedicate al tema: “L’Europa preme, Napolitano incalza: «Dopo gli annunci,servono decisioni». Ma oggi Berlusconi volerà a Bruxelles a mani vuote e senza rete. Una lettera d’intenti, nessuna misura concreta per la crescita. A Roma si tratta fino a notte, ma Bossi non cede: «Le pensioni di anzianità non si toccano. Vediamo cosa risponde la Ue, sono pessimista, il governo rischia». E ora il premier spera solo di arrivare a Natale”.

 

BIOETICA
AVVENIRE – Una pagina dedicata alla bozza di raccomandazione del Consiglio d’Europa che è stata approvata (23 sì e 2 no, tra cui l’Italia, e 8 astensioni) e riguarda «I diritti e lo status legale dei minori e le responsabilità genitoriali». In essa si fa riferimento a fecondazione eterologa per coppie omosessuali e a madri surrogate, e politici come Luca Volontè (Udc) e Carol Soelberg (presidente di United Families International) lanciano l’allarme su possibili accuse di discriminazione per i paesi che dissentono. Diversa l’opinione dell’autore della bozza, Edo Korljan (segretario della Commissione sul diritto familiare del Consiglio) per cui il testo «non è vincolante» e nessuno Stato è obbligato ad accogliere quanto raccomanda. L’altro voto contrario alla bozza, oltre a quello italiano – nota il quotidiano – è quello svedese, ma per motivi opposti: secondo quel paese infatti il testo non è abbastanza esplicito sui diritti delle coppie gay.

rassegna stampa vita onlineultima modifica: 2011-10-26T15:54:43+02:00da paoloteruzzi
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