siria: parla il gesuita espulso da assad

Parla il gesuita espulso da Assad

 
 
 

«La mia espulsione è stata decisa ma non è ancora stata stabilita la data, inoltre c’è ancora spazio per un intervento del vescovo, attualmente all’estero»: a parlare è Paolo Dall’Oglio, il gesuita italiano da oltre trent’anni in Siria, che il governo di Damasco vorrebbe allontanare dal Paese per il suo impegno nella riconciliazione nazionale.

La rivista Popoli (www.popoli.info) lo ha raggiunto telefonicamente nella mattinata di oggi: «L’autorità civile, per rispetto dell’autorità ecclesiastica e dello status religioso del sottoscritto, ha affidato l’applicazione del decreto di espulsione al vescovo siro-cattolico di Homs. Ma il vescovo è in Brasile, non si sa ancora quando tornerà, forse tra una settimana, e questo per ora mi ha salvato. Si sta cercando una via di uscita. Io sono disposto a ridurmi al silenzio pur di restare. Ripeto quello che ho sempre detto in questi mesi: “Se è utile un servitore del dialogo io sono pronto, se no sto zitto, ma voglio restare per amore verso la Siria”».

Padre Dall’Oglio, che dal 2007 tiene una rubrica su Popoli, il mensile internazionale dei gesuiti, chiarisce anche i dettagli sui motivi dell’espulsione, dopo che alcuni organi di informazione hanno ipotizzato come causa la pubblicazione sul sito di Popoli (www.popoli.info) del suo Appello di Natale. «In realtà, l’articolo che non è piaciuto è un altro, pubblicato alcuni mesi fa e citato esplicitamente nella nota con cui il governo ha comunicato l’espulsione: si tratta di un testo sulla “Democrazia consensuale”come via di uscita alla crisi siriana». Il testo è stato pubblicato sia sul sito della comunità in cui vive Dall’Oglio, sia sul sito di Popoli, in inglese (clicca qui). Aggiungo che in questa decisione gioca probabilmente anche il mio impegno per la trasparenza nella Chiesa e per combattere l’opacità sociale, un impegno che a qualcuno non deve essere piaciuto».

Quanto all’appello rivolto al ministro della Cooperazione internazionale del governo italiano, Andrea Riccardi, padre Dall’Oglio precisa: «Non è solo e tanto un appello per il sottoscritto, ma per la Siria: il nuovo governo ha dimostrato una sensibilità mediterranea tale da far pensare che possa rendersi protagonista di un’iniziativa per aprire un tavolo negoziale».

Popoli chiede al gesuita se il decreto di espulsione contro un uomo del dialogo segnala un’ulteriore chiusura del presidente Assad a qualunque trattativa: «Questa è una lettura legittima da un punto di vista giornalistico – risponde -, ma non voglio entrare in queste analisi in questo momento».

Per quanto riguarda il resto della comunità da lui fondata a Deir Mar Musa, padre Dall’Oglio dice che non corre alcun pericolo: «Il provvedimento è solo contro la mia persona e io ne sono felice. Cosa farei se dovessi proprio andarmene? Un nostro confratello sta per aprire una nuova comunità nel Kurdistan iracheno, credo che starei là con lui per un po’ di tempo».

 

siria: parla il gesuita espulso da assadultima modifica: 2011-11-28T22:23:00+01:00da paoloteruzzi
Reposta per primo quest’articolo