Cambiamenti climatici e precipitazioni

Cambiamenti climatici e precipitazioni

 
 
 

dissesto idrogeologicoIn Italia non è ancora passata l’immagine delle città allagate del Veneto nello scorso novembre. Inondazione che ha interessato più di 500.000 persone e che ha colpito Vicenza e molti altri comuni. Alluvione che ha seguito di poche settimane quella di Genova e della provincia di Savona, che ha paralizzato per giorni la Liguria interrompendo strade, autostrade e linee ferroviarie.

Oggi siamo qui a scrivere di Monterosso Borghetto Vara Vernazza Aulla……

 

Segnaliamo anche le considerazioni del Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, che nella serata di ieri alle agenzie di stampa diceva a proposito dell’alluvione che i pochi soldi (se non niente) e la pochissima prevenzione, oltre alla mancanza di cultura di protezione civile tra le istituzioni e i cittadini dimostrano che in Italia il problema è sempre lo stesso: ‘in Italia – riferiva sconsolato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli – c’è un problema di mancata prevenzione generale, in un territorio fin troppo antropizzato dove spesso non vengono fatti gli interventi per ridurre i rischi”.

Come non ricordare inoltre la frana ad Atrani, nella Provincia di Salerno, e quelle in provincia di Messina che causarono 36 vittime? E si potrebbe continuare ancora in questo tragico elenco, basti pensare che l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha contato, nella sola Unione Europea, più di 200 alluvioni e frane dal 1998 al 2009.

Le cause di questi disastri sono numerose: l’intensità delle piogge, piani urbanistici scellerati, mancata prevenzione del dissesto idrogeologico, e così via.  Ma un fattore sembra accumulare indirettamente tutte queste regioni: l’aumento smisurato dell’intensità delle precipitazioni sembra essere uno degli effetti più evidenti del cambiamento climatico in atto.

Nonostante questo  le Autorità di Bacino della Spezia raccontano  di non aver previsto nei loro calcoli  matematici queste nuove variabili.  Il testo che che segue è tratto dal sito di ISPRA ambiente…….qualcosa non torna..

Il cambiamento climatico creerà poi significativi disequilibri negli ecosistemi per lunghi periodi di tempo e questo porterà una riduzione della biodiversità. Cambiamenti nella distribuzione di animali e piante sono già stati osservati e continueranno negli anni a venire, con spostamenti di 400-600 chilometri verso Nord per un aumento di soli pochi gradi centigradi.

Laddove questi spostamenti non fossero possibili, o risultassero troppo lenti rispetto alle modifiche del clima, i cambiamenti climatici potrebbero minacciare o danneggiare in maniera irreversibile alcuni sistemi e alcune specie.

Cambiamenti significativi sono attesi anche negli oceani: in particolare, riduzione delle aree ghiacciate al Polo nord, modificazione della salinità e delle correnti, riduzione della pescosità.

Molte aree costiere sperimenteranno poi un aumento dell’invasione delle acque marine, dell’erosione e della salinizzazione delle falde.

Il rischio è particolarmente alto nelle aree tropicali e subtropicali.

Infine,  per quanto riguarda la salute umana, la modifica delle condizioni climatiche potrebbe comportare l’aumento dei decessi dovuti ad ondate di caldo, l’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi come alluvioni e cicloni con le relative conseguenze, una maggiore diffusione di malattie come la malaria (nel 2080 dai 260 ai 320 milioni di persone che oggi vivono in aree non a rischio saranno esposte a questa malattia).

 

Così nel mondoI cambiamenti previsti varieranno in maniera significativa tra le varie regioni del globo.

Particolarmente gravi saranno le conseguenze per i Paesi in via di sviluppo, i più vulnerabili anche per effetto delle loro ridotte capacità di adattamento.

Nel settore agricolo, ad esempio, i Paesi in via di sviluppo rischiano di andare incontro a crescenti incertezze per quanto riguarda la disponibilità di cibo e persino a un aumento della frequenza e della durata delle carestie.

La ridotta disponibilità di cibo potrebbe far crescere la migrazione di popolazioni alla ricerca di territori più idonei allo sviluppo di condizioni normali di vita.

Per i Paesi industrializzati, gli impatti più significativi riguarderanno l’intensità e la frequenza degli eventi estremi, il ciclo idrologico e la disponibilità di acqua, la salute.

L’esperienza di alcuni eventi estremi recenti suggerisce che, per le aree urbane, i processi di adattamento potrebbero risultare costosi e comportare elevati costi sociali.Per tutta l’Europa meridionale, le modifiche climatiche previste dagli scenari climatici dell’IPCC (incremento delle temperature tutto l’anno, riduzione delle precipitazioni estive, aumento di intensità e di frequenza di forti precipitazioni) comporteranno la riduzione della disponibilità di risorse idriche, l’aumento del rischio di alluvioni, il deterioramento della qualità dei suoli, l’aumento della frequenza degli incendi, la crescita dell’erosione e la perdita di zone umide nelle aree costiere.

Il quadro degli impatti previsti risulta particolarmente critico per l’Italia, che soffre peraltro di condizioni di dissesto idrogeologico del territorio che compromettono la capacità di rigenerazione delle sue risorse, nonché la sua capacità di mitigare gli effetti di eventi climatici estremi.

Le analisi più recenti delle serie meteorologiche effettuata dal CNR mettono infatti in evidenza che, già oggi, l’andamento dei principali parametri climatici risulta in linea con quello riscontrato a livello globale e previsto dall’IPCC per il 21° secolo.

In generale, il clima italiano sta infatti diventando più caldo e più secco, in particolare nel Sud, a partire dal 1930.

Nello stesso tempo, in tutta l’Italia settentrionale, l’intensità delle precipitazioni è andata crescendo negli ultimi 60-80 anni, con un aumento del rischio di alluvioni in questa regione, in particolare nella stagione autunnale quando il rischio di alluvioni è massimo.

Infine, l’innalzamento delle temperature e il cambiamento del regime delle precipitazioni avranno serie conseguenze anche sui ghiacciai.

 

A qesto link la rassegna stampa della protezione Civile del 24 Ottobre 2011 il giorno prima dell’alluvione.

La rassegna successiva è un invito alla lettura.

grazie
Cambiamenti climatici e precipitazioniultima modifica: 2011-10-29T22:37:20+02:00da paoloteruzzi
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