rassegna stampa di vita online (europa, croce rossa, consumi, allarme idrico, immigrazione)MMIGRAZIONE

L’Europa decide, gli stati eseguono

 
 
 

L’approvazione delle misure anticrisi italiane e greche di ieri ha dimostrato come il ruolo dell’Unione Europea sia sempre più forte. Una forza dimostrata anche dalla risposta positiva delle borse e dal riallineamento di tutti paesi. Ecco come approfondiscono l’argomento i quotidiani di oggi.
 
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Pace fatta tra la Ue e la finanza? Così sembra visto il rialzo euforico delle Borse ieri dopo l’accordo di Bruxelles tra i capi di stato e di governo. “L’Europa spinge le Borse”, titola in apertura il CORRIERE DELLA SERA. “L’accordo anticrisi di Bruxelles fa volare le Borse, complice anche l’ottimismo legato alla crescita Usa oltre le previsioni. Milano guadagna il 5,5%, mentre Londra si ferma al 2,8%”. A tirare le somme della giornata è il presidente francese Sarkozy, che commenta velenoso: «Se avessimo lasciato cadere la Grecia, dopo sarebbe toccato all’Italia. E poi sarebbe stata la fine dell’Europa». A p. 2 Federico Fubini prova a dare una lettura di retroscena del vertice, “i segreti del patto di Bruxelles”. Per salvare la Grecia, e sé stessa, l’Europa sarebbe ricorsa al sofisticatissimo, ma pericolosissimo sistema tecno-finanziario di acquistare Cds-Credit default swap per assicurare i propri stessi Cdo-Colateralized debt obbligation. Un gioco estremo e senza rete di sicurezza, “un livello di sofisticazione finanziaria che farebbe impallidire Goldman Sachs”, commenta Fubini. E sappiamo com’è andata a finire per Goldman. A entrare in gioco in modo molto deciso è anche la Cina: “Pechino prepara 100 miliardi ma fissa nuove condizioni. Vuole essere riconosciuta come economia di mercato”. 
E, dopo il vertice e la “promozione” delle misure portate da Berlusconi, si stringe l’attenzione della Ue sul governo italiano. “L’Europa a Roma: vigileremo sugli impegni”, Dichiara Barroso: «Non bastano gli impegni. Bisogna verificare che vengano effettivamente realizzati».
 
IL SOLE 24 ORE dedica uno specialone (fino a pag. 21) a tutti i temi legati alla crisi, ai richiami europei e alla rincorsa italiana. Il titolo, che corre a inizio di ogni pagina, è «Risparmio e rischio Italia» e vi si parla di un po’ di tutto: l’intesa su Atene e fondo salva-Stati, la situazione delle Borse, le banche italiane sotto stress, il governo alle pres con magagne interne e pressioni esterne, le reazioni di Confindustria e sindacati alle misure anticrisi annunciate. Molto chiaro lo schema (con infografico) sui punti dell’accordo europeo: 1) ridurre il debito greco al 120% del Pil entro il 2020: per farlo, è previsto uno scambio di titoli con uno sconto del 50% sul debito in mano ai privati (banche). In cambio gli Stati aiuteranno le banche con 30 miliardi e si varerà un piano di aiuti da 100 miliardi entro il 2014; 2) il fondo salva-Stati salirà fino a 1000 miliardi vendendo assicurazioni sui titoli dei paesi a rischio e creando una società-veicolo per attirare finanziamenti da investitori e istituzioni; 3) le banche sistemiche saranno ricapitalizzate con 106 miliardi entro giugno 2012 (14,7 andranno a quelle italiane). Nella parte dedicata proprio ai nostri istituti di credito il SOLE titola “Banche italiane pronte al rafforzamento”, visto che il gap complessivo da colmare è appunto di 14,7 miliardi: metà per Unicredit, 3,1 per Mps, 1,5 per Ubi e 2,8 per Banco Popolare. L’apertura di pagina 7 è proprio per i caso Unicredit, chiamata all’aumento di capitale più consistente, mentre la “rivale” Intesa Sanpaolo fa sapere di non aver bisogno di nuovo capitale. La situazione è ancora fluida, nota il Sole, e ci sono solo due certezze: saranno a rischio i dividendi e verrà chiesto un ulteriore sforzo alle Fondazioni, già in difficoltà per conto loro. Le Borse, in attesa di nuove comunicazioni da parte degli istituti, hanno ieri comprato a piene mani sia Intesa (+10%) che Unicredit (+7,49%). Oggi si capirà qualcosa in più. Interessante il commento di Fabio Pavesi, “Penalizzato chi fa credito, premiato chi fa trading”, in cui si dice che nella massiccia ricapitalizzazione chiesta alle banche “latine” (Francia, Italia e Spagna) vince la «lobby del Nord Europa», le «banche di stampo anglosassone che escono praticamente indenni dall’ondata di ricapitalizzazioni», il che per il Sole «è una nota stonata» visto che «le ex tigri celtiche, di fatto fallite tre ani fa, tenute in piedi artificialmente dagli aiuti pubblici e con attività tossiche girate allo Stato» non possono essere considerate solide. «Molto comodo superare le prove del mercato con le spalle coperte dallo Stato», si legge ancora, e il riferimento è al sistema bancario inglese che «dal 2008 ha ricevuti aiuti pubblici per 650 miliardi» e come è noto è molto più dedito all’attività di banca d’investimento. La banca «tradizionale» deve pagare pegno – è  la conclusione – «ma non ha scheletri nell’armadio».
 
LA REPUBBLICA parte dalle conseguenze della famosa lettera di Berlusconi all’Ue: “Licenziamenti facili, è rivolta” e solo all’interno spiega “L’accordo Ue fa volare le borse cancellato metà del debito greco”. Il vertice di mercoledì notte ha spinto ieri le borse che hanno raggiunto risultati molto positivi, mentre il presidente degli States applaudiva la scelta europea: «ho fiducia. L’Europa ha la capacità finanziaria ed economica per affrontare le sfide e gli Stati Uniti continueranno a sostenere i partner europei che lavorano a una soluzione della crisi del debito». Tre i punti principali dell’accordo: il rafforzamento del fondo salva-stati, la ristrutturazione del debito greco e la ricapitalizzazione delle banche europee. È stata poi approvata la manovra italiana con la precisazione che se il pacchetto è buono, deve essere seguito da nuove tappe sulle riforme strutturali (come ha puntualizzato Angela Merkel). In appoggio Andrea Greco spiega “La rabbia delle banche italiane «Penalizzati dai criteri europei»”. La ricapitalizzazione irrita i banchieri (devono salire del 9% del patrimonio primario). Uno di loro, importante ma anonimo, spiega che «misure del genere per noi sono prive di senso e vanno gestite in un certo modo o rischiamo di chiedere i crediti alle aziende. Non c’entrano le banche: è il Paese che non conta più niente, neanche in Europa. La Banca d’Italia si è battuta per limitare i danni, ma ha perso contro l’asse franco-tedesco». Molto irritato anche il presidente di Acri, avvocato Giuseppe Guzzetti. Secondo Monte dei Paschi di Siena, si rischia la tenuta economica e sociale dell’Europa. Scettico sulla salvezza europea, Timothy Garton Ashi autore di un commento intitolato “Il coltello dei trader” nel quale sottolinea come ogni giorno le democrazie nazionali sono preda dei superpoteri trasnazionali dei mercati. Un grande problema di democrazia che non sarà facile risolvere. I trader hanno disinvestito nei bond degli stati, il bello è, conclude lo studioso, che lo fanno in parte per proteggere gli interessi finanziari dei fondi pensionistici europei.
 
LA STAMPA mette in risalto le manovre italiane che fanno da scenario al vertice Ue. “ Berlusconi s’aggrappa all’Ue. Il Cavaliere prova a rilanciarsi. Ma è giallo su una lettera dei frondisti vicini a Pisanu” Al di là della cronica il quotidiano pubblica la vignetta dell’Economist  che dipinge il Premier come un clown, accanto  il presidente della Bce Mario Draghi nei panni  del pompiere: «Uno può affossare l’euro, l’altro salvarlo». A Marco Zatterin il compito di svelare  alcuni retroscena da Bruxelles. «la trattativa  s’è iniziata  una settimana  fa alla vigilia del primo dei due vertici europei sulla crisi dell’euro. La diplomazia felpata del Consiglio ha recapitato a Palazzo Chigi la prima bozza di conclusioni del summit nella quale  si chiedevano impegni decisi e precisi per la sostenibilità del debito e la scossa alla crescita.  Silvio Berlusconi ha avuto un sussulto «E’ uno scandalo. Ma che proposte mi fate?», risulta abbia detto nel corso di una telefonata  comunque amichevole con il presidente stabile dell’Unione europea, Herman Van Rompuy. Poi via con il racconto di una Italia solidale e impeccabile nel rispetto dei patti».  Zatterin continua: «A Bruxelles, dietro richiesta di anonimato garantito tripla A, si illustrano le sensazioni che il Bel Paese suscita nei partner attraverso l’analisi comparata con l’economia spagnola». Zatterin cita fra virgolette : «Roma ha più debito, ma è più sostenibile. Il deficit è inferiore. Entrambi i sistemi sono strutturalmente deboli. Rispetto a un anno fa, la situazione italiana non è cambiata di molto e i nodi sono stati amplificati dalla mancanza di interventi che ha fatto crollare la cedibilità complessiva. Madrid al contrario ha disegnato delle misure  e segue un piano. Sebbene più debole, mostra affidabilità». E poi conclude: «Ecco perché ora le azioni del nostro governo saranno  seguite con la massima attenzione da Bruxelles. Sorvegliati speciali, ancora una volta. Con la sensazione che in caso di deragliamento, potrebbe non esserci una prova d’appello».
 
L’editoriale su AVVENIRE è a firma di Marco Girardo, che vede in quell’accordo raggiunto anche simbolicamente «nel cuore della notte» il sospetto di un «commissariamento tedesco della Ue». È stata infatti la Merkel a «imporre di fatto» le condizioni sul salvataggio di Atene e del fondo Efsf, riuscendo a «domare» persino «le intemerate di Parigi». Il peso specifico della Germania è «lievitato» nell’Unione «anche per la stridente mancanza di un ministro dell’euro». L’ombra lunga di questo sospetto, per Girardo, genera un paradosso: cioè che le banche più penalizzate sono quelle più prudenti e non hanno giocato con il fuoco del «sirtaki bond». Cioè le banche italiane dovrà trovare nuovi capitali per 14,7 miliardi di euro: alla Germania ne basteranno 5. La scelta italiana di sostenere l’economia reale (per salvare le banche abbiamo speso negli ultimi tre anni 4,4 miliardi – ha detto Guzzetti – contro i 282 dei tedeschi) è stata però una «felix culpa», come ha notato un «amareggiato Giulio Tremonti».: «ciò che ieri era una virtù, è diventato un vizio». 
 
“La rabbia dei menagramo”, questa è l’apertura de IL GIORNALE dedicata alle proteste di sindacati e opposizioni dopo l’approvazione europea del “piano Berlusconi”. Per trovare notizie del vertice di ieri e delle due conseguenze bisogna andare a pag. 2. Un taglio alto (“L’Italia conquista i mercati: Piazza Affari vola) in cui si parla del raggiungimento dell’accordo sul debito greco e sull’ampliamento di mille miliardi di euro. Un accordo definito «scaccia-crisi» che ha portato a rialzi in Borsa possibili anche grazie «alle misure di stimolo della crescita presentati dal governo italiano». Si spiega come «provvedimenti insufficienti avrebbero infatti fatto mancare all’euro zona una tassello fondamentale nell’azione di contrasto alla crisi del debito sovrano» e come in Europa «tutti sembrano aver fatto per bene i compiti» e «ripulito il campo dalle scorie dell’incertezza». Un mix di provvedimenti che sarebbe la chiave dell’euforia borsistica e della discesa dello spread Btp-Bund. Si mette in evidenza che «ciò che ha probabilmente rassicurato gli investitori è stata la decisione di quintuplicare la potenza di fuoco fino a mille miliardi con la concessione di garanzie fino al 20% per emissioni di titoli di debito di paesi sotto attacco e la creazione di uno o più fondi ad hoc sotto l’ala dell’Efsf». Sotto questo articolo un nuovo riassunto, dopo quello di ieri delle misure del governo e delle sue conseguenze (“Dismissioni e fondi al Sud: il governo trova 36 miliardi Pensioni, risparmi anticipati”)
 
 
IL MANIFESTO è tutto incentrato sulle conseguenze delle proposte contenute nella lettera di Berlusconi alla Ue. Il titolo di apertura del quotidiano è “Diritti allo sciopero” e nel sommario riassume: “«Si va verso la rottura della coesione sociale». Tutti i sindacati insorgono contro i licenziamenti facili contenuti nella lettera del governo italiano all’Europa e preparano lo sciopero generale. L’opposizione: «Berlusconi venga in Parlamento». Confindustria esulta: «Un passo nella giusta direzione».  La Ue approva e incalza: ora impegni concreti. Oggi in piazza a Roma i pensionati della Cgil”. L’analisi è affidata a all’editoriale di Galapagos “Caccia grossa a chi lavora” e all’articolo analisi firmato da Sergio Cofferati che inizia in prima pagina “Una risposta ideologica”. «Partiamo da un numero: 1000 miliardi di euro, una cifra stratosferica, quasi 4 volte il debito pubblico greco. Mille miliardi è la somma che il Consiglio d’Europa ha deciso di impegnare per la salvezza del sistema finanziario europeo. Non c’è da stupirsi che ieri le borse abbiano fatto baldoria con guadagni clamorosi (…) Il sistema è salvo, scrivono i commentatori. Ma quale sistema?» scrive Galapagos che continua ricordando una serie di dati che dimostra come «la forbice della distribuzione dei redditi si stia allargando». Insomma, «(…) il bailout, cioè la ciambella di salvataggio ha funzionato a senso unico salvando (quasi banale ripeterlo) chi la crisi del 2008 aveva provocato. Anzi, rendendolo più ricco». Passando poi alla lettera di Berlusconi osserva «in quella lettera poteva esserci scritto qualsiasi cosa: i 27 avrebbero dato in ogni caso la loro benedizione (perché cane non morde cane e quei 27 capi di stato e di governo dovevano salvare se stessi) anche in presenza di impegni evanescenti coerenti unicamente con la peggiore ideologia liberista (…)» E conclude: «(…) Questa lettera ai potenti piace perché protegge le elite dominanti e disprezza la vita del 99% (o giù di lì) della popolazione. La sola speranza è che rimangano impegni presi sulla carta perché Berlusconi e i suoi ascari non hanno la forza per realizzarli» e infine «Berlusconi potrebbe essere sostituito da un governo tecnico che porti a compimento il massacro». Da parte sua Cofferati osserva che l’apprezzamento da parte dei vertici Ue alla lettera di Berlusconi nasce da due motivi: «Il primo è quasi banale, il governo italiano ha fissato quasi sotto dettatura delle scadenze alle azioni che annuncia. I vertici europei che gli hanno posto come dirimente la certezza dei tempi attuativi delle presunte riforme nn potevano che apprezzare. Poco importa se alcuni dei tempi fissati appaiono di pura fantasia (…) In parti tempo, ed è la seconda ragione a mio parere dell’apprezzamento della lettera, il governo italiano sposa appieno la linea del Consiglio europeo suggerita da Merkel e Sarkozy di agire “per la stabilità finanziaria senza crescita”. Dunque il nostro governo si conferma, purtroppo, condizionato pesantemente  e privo della necessaria autonomia per agire positivamente anche nel contesto europeo» e osserva, concludendo: «Ma nel documento c’è un’altra e più grave mistificazione: quella che attribuisce alla possibilità di licenziare da parte delle imprese lo stimolo alle stesse per assumere, prescindendo da qualsiasi relazione con le dinamiche economiche o organizzative. È così che si cerca di chiudere il cerchio (…)». Pagina 2 si apre con il ricompattamento del fronte sindacale “Uniti contro la letteraccia” è il titolo di apertura, mentre a pagina 4 l’obiettivo si sposta in Europa con l’apertura su “Ue, un’intesa dal fiato corto”. In un box a centro pagina i problemi di tenuta del governo: “Berlusconi, la congiura c’è Ma i congiurati si nascondono”. 
 
Per ITALIA OGGI l’Europa si è messa a legiferare  indipendentemente  dagli elettori. È la questione che il quotidiano dei professionisti solleva con un’ironica penna di Ishmael  a pag 4 nel pezzo “Alla nuova Europa, la libertà  di decidere sembra un anticaglia“. «Alla nuova Europa europeista» scrive Ishmael «di cui la tradizionale identità europea è ormai l’antitesi evidente, la libertà sembra invece un’anticaglia e una superstizione. Quanto all’agorà, si è ridotta agl’incontri riservati tra Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e il presidente della banca centrale, che  poi illustrando le decisioni prese nelle conferenze stampa».
 
E inoltre sui giornali di oggi:
 
CROCE ROSSA
ITALIA OGGI- 
Approfondimento a pag 10 sul decreto che dispone la privatizzazione della Croce Rossa italiana partendo dai comitati periferici che saranno chiusi per assumere dal 2012 la natura di associazione di diritto privato. Secondo il pezzo “Croce Rossa, immobili in soccorso“ viene dimesso un patrimonio milionario per ripianare i debiti.
 
CONSUMI
IL MANIFESTO –
 L’unica fotografia in prima pagina è dedicata a quanto accaduto ieri a Roma per l’apertura di un megastore. Ampio spazio perché la svendita di Trony ha mandato in tilt il traffico della Capitale “Comunisti? No, consumisti. Assalto per gli sconti” è il titolo della foto notizia: “Ottomila persone assediano un negozio Trony per l’intera giornata e provocano un ingorgo che paralizza la città. Code di ore, risse e spintoni. A Roma va in scena la caccia alle merci ai tempi della crisi, come non si era mai visto. E non sono black bloc” si legge nella didascalia. All’interno un’intera pagina la 7 è dedicata a questo assalto agli sconti. “Iphone, pc, Ipod, ma anche televisori forni e lavatrici. In attesa dall’alba 25mila persone” riassume li sommario, mentre in un box viene intervistato Massimo Ilardi, professore di Sociologa che cerca di analizzare il fenomeno e che osserva: «In una situazione di crisi venivano venduti oggetti a prezzi stracciati, forse più del 30% di sconto promesso. E un giovane, o un immigrato che fanno? Non ci vanno? Ma il problema è un altro: neppure il mercato ce la fa a governare il consumo, tanto che nelle infinite code per entrare finiscono in frantumi vetri o si distruggono le scale mobili, la circolazione va in tilt. La verità è che il mercato non ha valori, non sa mediare, non ha strumenti politici per mediare. E il consumatore la merce la prende come può» e più sotto «Il consumo è un atto distruttivo (…) qui non do giudizi di valore (…) il mercato vorrebbe avere le sue regole rispettate, ma il desiderio del consumatore fuoriesce sempre dalle regole del mercato» e Ancora «Il consumatore è un elemento centrale del conflitto metropolitano. È stato sempre demonizzato, ritenuto passivo, idiota, specie a sinistra, ma qui bisogna dotarsi di mentalità diverse, di una teoria diversa del conflitto (…)»
 
ALLARME IDRICO
AVVENIRE – 
Più di tre miliardi di euro in dodici mesi. Tanto sono costate all’Italia nell’ultimo anno le alluvioni dovute a incuria del territorio e delle acque. Li ha messi in fila Anbi-Associaizone nazionale bonifiche e irrigazioni. Per ridurre il rischio e difendersi dall’acqua, secondo loro, servirebbero 5,7 miliardi. Più si attende, più la cifra da pagare per danni aumenta: ogni anno dovremo tirar fuori 1.500 milioni in più. 
 
RELIGIONE
IL GIORNALE – 
“Basta buonismi ogni religione prega il suo Dio” ( pag 1 e 16). Commento di Luca Doninelli sulla decisione di Benedetto XVI di eliminare durante l’incontro di Assisi il momento di preghiera comune. «Che senso ha una preghiera comune? Cosa c’è di comune in una preghiera tra religioni diverse?». «Forse in altri tempi questo gesto più coreografico che sostanziale poteva parlare ancora agli uomini. Oggi no. Non più». La dimensione comunitaria dell’incontro non è quella del pregare insieme ma “sta nel fatto di essere uomini, di riconoscerci come uomini non al di là ma dentro le differenza» con l’umanità di ogni persone alla base di tutti
 
IMMIGRAZIONE
IL GIORNALE – 
“E’ boom di immigrati: ora il Lombardia sono oltre un milione” (Pag 6 Cronache Milano) Pubblicati il 21 rapporto della Caritas ambrosiana sugli stranieri. Una fotografia del mondo immigrati in Lombardia, con quasi 1miione e 200mila stranieri iscritti all’Anagrafe di cui il 46% ha scelto di vivere a Milano. E i rumeni come gruppo etnico più numeroso seguito da marocchini e albanesi. Taglio basso spazio alla sociologa Meri Salati che commenta il rapporto “«Entro il 2020 il loro numero raddoppierà»”

rassegna stampa di vita online (europa, croce rossa, consumi, allarme idrico, immigrazione)MMIGRAZIONEultima modifica: 2011-10-28T12:53:59+02:00da paoloteruzzi
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