indignatissimi

“Cambiamo l’Europa, cambiamo l’Italia”. Lo striscione degli indignati che manifestano per contestare le misure di austerity

 
 
 

ph. Miss Millificent (cc flickr)

ROMA. Dalla Bolivia alla Tanzania, dal Canada, da Tirana in Albania a Tijuana in Messico, dall’Alaska alla Palestina: la “Giornata mondiale di mobilitazione” dioggi, sabato 15 ottobre, vede 952 città in 82 Paesi uniti per il cambiamento globale (united for global change) come proclama lo slogan condiviso dalle milioni di persone che scenderanno in strada contemporaneamente per protestare contro le misure di austerity imposte dagli organismi finanziari internazionali appoggiate dai governi nazionali, e per rivendicare diritti e politiche sociali a sostegno dei giovani, dell’occupazione, del welfare.

Anche in Italia sono centinaia le iniziative preparatorie che si stanno organizzando in questi giorni nelle piazze e in luoghi simbolici per le vertenze cittadine. Mobilitazioni che confluiranno tutte nella manifestazione nazionale di Roma dove, a partire da piazza della Repubblica, centinaia di migliaia di persone daranno vita ad un corteo che attraverserà le vie della Capitale.

La manifestazione nazionale di Roma, aperta dai due striscioni “People of Europe rise up” (in più lingue) e “Cambiamo l’Europa, cambiamo l’Italia”, vedrà in testa i protagonisti delle lotte più emblematiche contro degli effetti delle politiche in atto e contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia che esse stanno generando.

“La grande manifestazione nazionale -dicono i promotori- non sarà che una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, necessario per cambiare l’Italia e il nostro continente e restituire democrazia, partecipazione, diritti”.

 
 
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Oggi è il giorno degli “indignati”. Margherita Hack: “Io lo sono da tanto. E dovrebbero esserlo tutti”

 
 
 

ph. Giuseppe Nicoloro (cc flickr)

ROMA. “Indignati” nelle piazze di tutto il mondo per la giornata la giornata internazionale della rabbia: 951 città, 82 paesi e milioni di persone marceranno contro le misure economiche varate dai governi nazionali per fronteggiare la crisi economica e contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia. Tutti “uniti per un cambiamento globale”, come recita il titolo del sito internet del movimento internazionale United for Global Change. Ebbene, in questo giorno, l’astrofisica Margherita Hack ha raccontato a Universita.itcosa non va e “come potrebbe andare meglio”.

E così parla degli indignati. “Fanno bene. Speriamo che oltre agli studenti si indigni anche tanta gente, perché in Italia abbiamo qualche motivo in più per farlo. Io è da tanto che sono indignata -dice la Hack- e mi domando sempre perché la gente non si indigni più. Io è da tanto che sono indignata e mi domando sempre perché la gente non si indigni più”. E’ così che la grande studiosa commenta le ultime iniziative studentesche che hanno portato molti giovani a scendere in piazza.

Parlando di scuole e università, Margherita Hack ha le idee chiare: “Si deve rinsanguare l’università, i pensionamenti la stanno svuotando senza possibilità di ricambio, perché i giovani sono tenuti in sospeso. È vero che all’estero i posti a tempo indeterminato spesso non esistono, ma negli Stati Uniti se perdo un posto in questo settore ne trovo un altro subito dopo. In Italia ai giovani non abbiamo nulla da offrire”.

Sul tema della politica e sul rapporto tra economia e ricerca, la Hack  precisa che “è un fatto di cultura della classe politica. […] la ricerca applicata non nasce in mezzo ai campi, le università vanno potenziate insieme alla ricerca di base. Qui invece si taglia e il sistema è bloccato”.

 
 
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indignatissimiultima modifica: 2011-10-15T11:42:38+02:00da paoloteruzzi
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